In memoria si Santa Cristina Brando

di Margherita De Rosa – Nella splendida cornice della palestra all’aperto dell’Istituto Brando di Casoria, nei giorni scorsi, si è svolta una suggestiva cerimonia di commemorazione del settimo anniversario della canonizzazione di santa Cristina Brando, un’occasione per non dimenticare la grandezza della  Madre Santa, votata all’espiazione ed all’ adorazione dell’Eucarestia, evento a cui si sono affiancate le riflessioni degli studenti relative tanto alla fine di un percorso scolastico, quanto  al cammino sinodale , in atto nella nostra diocesi. A seguito dei saluti iniziali della Madre Generale, suor Carla Di Meo e del discorso di benvenuto tenuto dalla Dirigente Scolastica suor Giocondina Ciervo,  gli alunni hanno ricordato quello che santa Cristina fu: “ nel giorno in cui madre Cristina rimase orfana, scelse, nel suo cuore, come guida, Gesù Eucarestia. Lei non ha sofferto per essere rimasta orfana di madre, ma ha sofferto allorché ha compreso che molti offendevano, con i loro peccati, Gesù nel Sacramento ed ecco che si è improvvisata riparatrice”. Particolarmente coinvolgente è risultata la celebrazione di padre Michele Madonna, che ha invitato gli studenti ad una partecipazione attiva alla Santa Messa, incitandoli a sfidare chi storce il naso contro coloro che scelgono la sequela di Cristo: “ Voi, ha sottolineato il sacerdote, siete molto più coraggiosi di tanti vostri coetanei , poiché cantare a Dio, anche di fronte a chi potrebbe prendersi gioco di voi, è un atto di coraggio autentico….tu- ha continuato don Michele- non so se veramente ti senti amato, se i tuoi ti dedicano del tempo, se qualcuno ti accetta per quel che sei o ti fa sentire meraviglioso…qualcuno ti ha mai detto che sei straordinario? Ebbene, questo Qualcuno è Dio Padre, al cui cospetto, ciascuno di noi è un essere eccezionale….se noi riuscissimo a vedere Dio ora, a guardare come Lui guarda noi, piangeremmo di gioia….non dimenticate che Gesù ci ha amato fino alla croce e anch’io, che sono un peccatore, sento un amore forte per voi, anche senza conoscervi. Dico tutto ciò per farvi comprendere che siete veramente amati da Dio: se io vi amo così tanto, figuriamoci nostro Signore…Immagino che Lui vi stia accanto, che vi scuota per indicarvi che state facendo scelte sbagliate allorché seguite le mode  ma dentro, in cuor vostro, non siete felici…so che intimamente vi sentite insoddisfatti, perché il mondo di oggi cosa vuole da voi? I soldi…del vostro cuore, della vostra anima, dei vostri tormenti, il mondo se ne frega…chi è fuori pretende da voi ma, in cambio, può darvi solo un vuoto incommensurabile, perché non sa donarvi  la vera felicità…guardiamo un attimo anche alle suore qui presenti: ci si potrebbe chiedere perché tanto si adoperano per porre la loro vita al vostro servizio…perché spendono il loro tempo per voi…ebbene, loro non fanno altro che percorrere le orme di santa Cristina, che volle essere ‘vittima d’amore’; ella è vissuta per Cristo incarnato nell’Eucarestia e noi dobbiamo essere consapevoli che quell’Ostia è Cristo che viene a vivere in noi. Voi ragazzi oggi studiate, poi dovrete affrontare l’esterno, il mondo del lavoro, che è una giungla: al cospetto di questo inferno tanti giovani effettuano scelte di morte, voi dovrete invece combattere, mettendo in primo piano l’amore che Dio ha per voi…non lasciatevi avvilire da chi vi dirà che non valete niente, non credeteci, perché voi valete il sangue di Cristo….qualunque sia la vostra scelta futura, aprite il vostro cuore all’amore, nella certezza che Cristo ha un progetto per ciascuno di voi: siate certi di essere nelle sue mani… mi fa piacere ricordare la figura del beato Carlo Acutis, coetaneo di molti di voi, che amava sostare dinanzi al Tabernacolo perché da quella fonte traeva forza per essere ‘vero amico dei suoi amici’, poiché Gesù gli insegnava  ad essere tale, essendo Gesù l’amico per eccellenza”. Don Michele ha poi fatto riferimento a quanti provano rabbia per la Chiesa, spesso incoerente con quanto propone, ma ha sottolineato che non è possibile fare di tutta l’erba un fascio e quindi ha affermato quanto segue: “ permettete a questo povero prete di prendervi per mano e di parlarvi apertamente: non vivete come una minorazione il frequentare un istituto religioso, perché il vostro andare controcorrente è frutto di coraggio, come già ho accennato in precedenza: di questo dovete sentirvi orgogliosi  e quando vivrete il momento della prova,  ricordatevi di ciò che avete appreso in  questa scuola, ricordate l’insegnamento di santa Cristina: Dio non vi abbandonerà perché egli è morto per voi, perché Dio è innamorato di voi…” a questo punto si solleva, spontaneo, un applauso e don Michele chiede che quell’applauso sia diretto a Nostro Signore. Segue poi la preghiera de fedeli, attraverso la quale gli studenti hanno chiesto a “papa’ Dio”, di proteggere i suoi rappresentanti, don Michele, la scuola da loro frequentata e se stessi, tenendoli lontani dai falsi valori, dai piaceri vacui, causa di delusione e disperazione; i giovani hanno poi pregato per i carcerati, i sofferenti, i nemici, le nazioni in guerra, le famiglie e per tutti, affinché siano certi dell’amore divino e non si sentano mai abbandonati a sé stessi. Molto suggestivo poi è risultato il momento dell’offertorio, prima del quale le alunne dell’istituto si sono esibite in una dolcissima danza. Vi è stato poi il momento della consacrazione a Gesù, momento in cui il celebrante ha invitato i giovani, ancora una volta, ad accettare Gesù nella loro vita, essendo Egli fonte di gioia infinita. I ragazzi hanno poi innalzato la loro sentita preghiera, invocando Dio affinché soffi sulle vele stanche delle loro vite, accarezzi i loro cuori, sempre li sostenga, cosicché possano testimoniare, qui, in un territorio così difficile, qual è quello partenopeo, la bellezza di appartenere a Cristo. Essi hanno inoltre chiesto a Dio di essere coerentemente fedeli all’ascolto della Sua parola, così da risultare sempre d’ aiuto a chi è nel bisogno, soprattutto nella realtà di Napoli, nella quale tanta gente ha bisogno di essere presa per mano e condotta sulla retta via. Hanno pregato infine perché Dio insegni loro a gioire e a condividere con gli altri le strade più difficili, avendone a cuore le ragioni, annunciando a chi soffre e a chi è nell’errore la bellezza di quell’amore che, per intercessione di Maria, irrompe nel loro cuore. Infine, don Michele Madonna ha impartito ai presenti la benedizione con le Reliquie di Santa Cristina. Ha avuto poi inizio la performance “…a cuore  a cuore con Maria Cristina”, nel cui corso gli studenti ne hanno celebrato la santità; interessante la lettera alla Santa di Ida Puorto, alunna del quinto anno del Liceo Scientifico, che ha espresso i suoi sentiti dubbi e i personali tormenti circa l’immediato futuro che le toccherà in sorte, varcate le soglie dell’istituto; ma lo scoraggiamento non prevale nella giovane,  consapevole che nella Madre Santa, oggi come ieri e per sempre, troverà risposte e conforto; Ida l’ha definita compagna di viaggio, una compagna che le ha tenuto compagnia nei tempi duri e solitari del coronavirus; a lei ha chiesto protezione per sé e per i suoi compagni, affinché ciascuno trovi la strada da intraprendere, così come un giorno lei individuò quale fosse la sua vocazione. Parole spontanee, sentite, vere, che dimostrano quanto i nostri giovani posseggano una grande ricchezza interiore. Altrettanto significative le testimonianze relative al Sinodo, di cui accenneremo qui di seguito. Il tutto è stato reso più commovente dalla partecipazione di rappresentanze ucraine e dalla presenza dei ragazzi del centro polifunzionale AIAS di Casoria, guidati dal diacono, prof. Silvestri. Ha avuto luogo poi una sfilata di lavori grafici effettuati dagli studenti che si richiamavano “al prendersi cura”, input suggerito dal cammino sinodale;  in essa erano illustrate le diverse forme dell’avere a cuore la famiglia, la vita, se stessi, gli amici, l’ambiente, la diversità, la terra, la cultura, il tempo, la pace e la giustizia, tematiche su cui sono state esposte profonde riflessioni, tra le quali, la seguenti relative al prendersi cura della vita e del diverso: “ oggi sono tante le situazioni negative vissute dai giovani; da un lato c’è chi mette in pericolo la propria vita con esperienze estreme, dall’altro chi sceglie la morte perché ha perso la speranza. Tra i giovani è frequente la diffusione della depressione, che ha in sé la tentazione del suicidio; si vive un tempo di narcisismo digitale, che vuole i giovani isolati, ripiegati su mondi virtuali, con gli occhi chiusi al prossimo. In questo momento è indispensabile la parola di Gesù: ‘Alzati’, così da aprirsi ad una nuova realtà che vada ben oltre il virtuale. Ciò non significa disprezzare la tecnologia bensì utilizzarla come un mezzo e non come un fine, ciascuno di noi è chiamato ad impegnarsi per cambiare il mondo, riaccendendo i propri desideri, contemplando il cielo, le stelle, il mondo che ci circonda, bisogna alzarsi per diventare ciò che realmente si è”. In merito al diverso, i ragazzi si sono così espressi: “Tutti noi, nella nostra fragilità  e vulnerabilità abbiamo bisogno degli altri: non c’è niente  di più importante nella vita di un uomo che avere un altro di cui prendersi cura… è necessario tener presente la parabola del Buon Samaritano, di colui che si china sull’uomo ferito, medica le sue piaghe, ecco, se ne prende cura, chiunque egli sia, non importa, perché è l’altro che ha bisogno di aiuto”: tanti dunque gli spunti di riflessione e molteplici i tesori nascosti in questi giovani, solo all’apparenza superficiali ma che, invece, posseggono risorse infinite per poter prendersi cura di se stessi e di quegli adulti troppo spesso immemori dei loro doveri, del loro obbligo di essere esempio e testimonianza di alterità, solidarietà, accoglienza: grazie dunque a chi opera nell’istituto Brando, che con sensibilità e lungimiranza, ha consentito a tanti di sentirsi membri della bella famiglia di santa Cristina Brando, icona dell’amore eucaristico e fonte di benevolenza incondizionata verso ogni uomo.


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