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Aiutiamo il papà della piccola Serena a trovare un lavoro. Ennesimo appello disperato di Abramo Zampella

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Lui è Abramo Zampella, un uomo di 44 anni che cerca disperatamente lavoro da tanto, troppo tempo. Anche nel 2016 abbiamo postato un suo appello, ma a quanto pare nulla sembra cambiato.

Abramo ha una bambina affetta da distrofia muscolare, si chiama Serena ed è per lei che il suo papà si rivolge alla stampa. Le visite, i controlli, costano tanto e, senza un lavoro, diventa difficile anche affrontare una spesa minima.

Riportiamo di seguito ciò che ha detto a noi, affinché tutti possano comprendere l’enorme dolore con cui convive ogni giorno.

“Salve sono Abramo ,vi scrivo come se fosse la prima volta, oramai si vive piu’ su questa piattaforma che nel reale ed a mie spese l’ho dovuto imparare !! , io sono un uomo, un marito, un padre che da 4 anni circa lotta quotidianamente per avere una vita dignitosa per mia figlia disabile e la mia famiglia, che cerca di riprendersi la propria vita e di uscire di conseguenza da questa ” non vita “, questo e’ uno dei tanti appelli , ma io non mi arrendo , non posso…., e’ l’unica cosa che mi resta sperando sempre che qualcuno possa aiutarmi e che mi offra no soldi, no carita’ ,ma un lavoro!!.

Vivo in un Italia, in uno Stato, dove ci si dimentica delle persone in difficoltà, dove chi ha la possibilità scappa e quelli che restano preferiscono togliersi la vita o resistere , io no !!! , io ho deciso di combattere, anche se per fare questo, ho dovuto dimenticare di avere un privato, Lotto ogni giorno, sudo , invio curriculum, cerco di scrivere a chi ritengo ci possa aiutare, cosa posso fare di piu’ ? , paradossalmente lavoro piu’ adesso mentalmente per cercare di fare meno errori possibili che in 15 anni nei vari cantieri edili o aziende cui ho lavorato, solo per ritornare quanto prima al nostro anonimato, faccio tutto questo grazie alla forza che mia figlia è riuscita a trasmettermi , si, esatto , è stata Serena ad insegnarmi a combattere e a non arrendermi , lei lo fa tutti i giorni e io ci devo provare anch’io , lei è la nostra gioia, la forza che mi fa andare avanti nei momenti in cui sono triste, nei momenti in cui piango, nei momenti in cui ho paura di non farcela, lei è l’unica capace, con la sua costanza e con il suo coraggio di insegnarci, che questo mondo anche se difficile , incerto, anche se e’ cambiato da un giorno all’altro improvvisamente, improvvisamente , perché nulla faceva intendere quello che poi sarebbe accaduto , comunque va vissuto ed è sicuramente meraviglioso.

Ma ora vi racconto la mia Storia :

Sono Abramo Zampella, oggi 44enne di Caivano, un paese mediamente piccolo in provincia di Napoli e ogni giorno mi sveglio e lotto per trovare un lavoro, non mi serve un lavoro per avere una macchina nuova o andare in vacanza in un villaggio turistico, o per acquistare vestiti firmati , ma ” solo ” per assicurare le cure di mantenimento a Mia figlia Serena che ha 9 anni e lotta contro la Distrofia Muscolare di tipo Becker (DMB), una malattia che fa degenerare le fibre muscolari e limita ogni giorno di più i suoi movimenti, Serena segue ogni giorno terapie riabilitative ed effettua continui esami e controlli che comportano l’assenza da scuola e di conseguenza un apprendimento minore rispetto ai suoi compagni, ma lei lotta per dimostrare di essere la migliore !. Insieme a mia moglie Anna abbiamo sempre girato per tutto lo stivale alla ricerca di ospedali all’avanguardia, cure sperimentali,e non ci saremmo fermati , ma poi tutto e’ crollato alla fine del 2013, quando improvvisamente ho perso il lavoro, improvvisamente perche’ nulla faceva pensare che potesse accadere, ma e’ accaduto, e col passare del tempo mi sono accorto che oggi a soli 44 anni sono troppo giovane per andare in pensione, ma ormai troppo vecchio per il mondo del lavoro. Sono diventato un Dimenticato , Mi sento perché lo siamo , invisibili per politica , stato, chiesa, istituzioni, concittadini, famiglia , insomma qui forse perché è un paese piccolo, preferiscono girarsi dall’altre parte, preferiscono pensare che il problema e’ di chi c’e’ l’ha, insomma non ho speranze , anche se ci sono realta’ imprenditoriali sul territorio abbastanza importanti e vicinissiime varie zone ASI , ma evidentemente e’ un problema di mentalita’ , invece che allungare una mano per aiutarci, preferiscono essere indifferenti , anche se alla fine basterebbe poco.

Se qualcuno volesse aiutarci, non vogliamo soldi o pietà , ma un Lavoro , un lavoro che mi permetta di aiutare Serena perché di questo si parla non di altro. Chi mi conosce sa’ che non amo le catene di Sant’Antonio, ma se ce una cosa che ho capito e in cui nonostante tutto spero ancora in questi anni di tentativi andati a vuoto in televisione, in radio , sui social, e che questa puo’ essere un’arma molto potente , preferisco pensare che forse non e’ arrivato ancora il momento ed e’ per questo che insisto, che vi invito a condividere questo post nella speranza che arrivi a colui che ci possa aiutare …, ma usando il tutto nel modo giusto , forse col vostro aiuto ci potremo arrivare, infondo chiedo solo di lavorare !! , solo cosi’ potro’ continuare ad aiutare mia figlia , CONDIVIDETE questo post e firmate la petizione a mio nome su change.org ,solo cosi’ potremo aiutare Serena….

Io da persona perbene quale credo di essere posso fare solo questo, il mio recapito di riferimento e’ il 333.80.07.822, posso solo crederci, non posso fare altro e’ questa la speranza che mi fa andare avanti nonostante tutto…devo arrivare a quella persona che non conosce ancora la nostra guerra e solo tramite il web posso pensare di riuscirci  , che magari , mi possa offrire un lavoro quanto piu’ vicino al nostro luogo di residenza, solo cosi‘ potro’  pensare di farcela…..

Un caro saluto a tutti voi ….. e che il Signore aiuti noi e voi sempre!!!…”

Se potete, aiutateci condividendo il nostro appello.