Che le decisioni del Tar Campania sulla scuola gettassero scompiglio lo si era capito già nelle prime ore, dalle conversazioni tra le mamme dei famelici gruppi WhatsApp presenti ormai in tutte le classi, materie, sezioni, sottogruppi e chi più ne ha più ne metta.
La verità è che sul fronte scuola in Campania c’è bel poco da scherzare perché ormai si sta consumando una lotta a colpi di Ordinanze che rischia davvero di mettere tutti contro tutti. E che vede contrapposti due diritti, quello alla salute e quello all’istruzione.
Prima l’Ordinanza che ha imposto l’immediato rientro in classe delle quarte e quinte della scuola primaria; poi, oggi, una seconda Ordinanza, sempre a firma della Presidente Maria Abbruzzese che in merito alle scuole superiori stabilisce che le stesse dovranno tornare in presenza entro il 1 febbraio.
Entro nove giorni dunque si dovrà effettuare la “ricognizione degli atti attuativi e proattivi necessari a rendere effettiva la didattica in presenza” nella soglia compresa tra il 50 e 75 per cento.
Il provvedimento del Tar in sostanza conferma quanto già fatto emergere nella precedente Ordinanza del 20 gennaio scorso, parlando di: “insussistenza, nel caso e allo stato, di idonea giustificazione, giuridicamente sostenibile…alla sospensione totale delle attività in presenza”. Richiamando infine la conformazione della Regione al DPCM del Governo.
La vera incognita per le scuole superiori restano i trasporti sua su gomma che su rotaia. L’Anm da parte sua annuncia il potenziamento dei trasporti con diciannove nuove linee (di cui undici solo nella fascia oraria) per 45 bus dedicati, tra corse interne e in affidamento esterno, in totale 450 corse integrative rispetto al normale contratto di servizio. Numeri da capogiro indubbiamente che si dovranno combinare con il capitale umano di autisti di cui la stessa azienda di trasporto ha sempre denunciato la carenza.
Intanto, sempre per effetto dell’Ordinanza del Tar del 20 gennaio lunedì prossimo partono le scuole medie. Apriti cielo. Eh sì. Perché nelle scuole, ferme restanti le regole di distanziamento sociale, tutti insieme potrebbero non starci ed ecco che si farà ricorso alla turnazione.
Si arriverebbe così a rotazioni e alternanze tra la didattica in presenza e la Dad che colpirebbero seriamente l’organizzazione di intere famiglie. Perché non è vero ciò che dice la Ministra Azzolina che il lavoro dei genitori non ha risentito della didattica in presenza o virtuale. Perché se non ci riesce ad organizzare lo Stato lascia sole le famiglie.
Da parte sua il Comune per bocca del sindaco dice che: “come Amministrazione abbiamo deciso già in passato di conformarci a quella che è la linea stabilita dalle ordinanze regionali. Oggi prendiamo atto delle modifiche imposte dal Tar, al loro combinato disposto ci adegueremo. Se dovessero insorgere problemi nella singola organizzazione scolastica saranno i dirigenti ad adottare le misure necessarie a garantire la didattica ed il rispetto delle norme anti-Covid”.
Fuori dal coro il parere dei medici secondo i quali è un rischio troppo elevato riaprire le scuole. Completamente inascoltato il parere dei ragazzi. “Sono stanca, sto male – lo sfogo di una liceale su internet- voglio una vita normale. Non mi importa dei tira e molla che fa la politica, il problema non è solo la didattica a distanza o in presenza, il problema è che nessuno ci chiede noi come stiamo”.
Ecco forse il problema sta quì, in una scuola che non ascolta più i ragazzi. Che si preoccupa di far funzionare le cose, di far bella figura, Dad o presenza che sia come se i ragazzi fossero pratiche da smaltire. Una scuola a cui fa il paio un Governo che annuncia le cose per far poi vedere che le fa bene. Vedi la questione vaccini e la scuola stessa.