In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio del 20/21 settembre 2014, numerose strutture, musei e enti statali hanno garantito aperture serali e eventi di varia natura, al prezzo simbolico di un euro, consentendo al pubblico di poter godere della bellezza del patrimonio culturale reso ancor più suggestivo dalla luce notturna. A Napoli, come in tutta la regione Campania, l’afflusso è stato notevole e sintomo positivo di un interesse emergente anche delle fasce più giovani. Camminando lungo Riviera di Chiaia, si poteva notare infatti pubblico di diverse fasce d’età, che entrava e usciva da un grande portone in ferro e una luce in penombra che faceva risaltare un colonnato neoclassico: stiamo parlando di Villa Pignatelli, unico esempio napoletano di casa-museo. Il museo deve la sua istituzione alla principessa Rosina che volle donare la collezione privata di famiglia allo Stato per ricordare la famiglia Pignatelli e suo marito Diego morto nel 1930. Rendere pubbliche le collezioni private era un’usanza molto in voga negli anni a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento. La sede è un edificio neoclassico di grande e formale bellezza inserita in un giardino all’inglese risparmiato all’edilizia della Riviera di Chiaia. La struttura riprende in stile neoclassico una domus pompeiana, con portico, colonnato e evidente pulizia e linearità delle architetture. Fu costruita a partire dal 1826 come residenza degli Acton, poi passò alla famiglia Rothshild e dopo l’unità fu venduta ai Pignatelli, che modificarono l’arredo e sistemarono tutta la loro collezione privata, composta da ceramiche di fabbriche estere e locali, tra cui anche quella di Capodimonte, tanti elementi di arredo e fotografie di famiglia. La casa-museo presenta una sala da ballo, dove sabato 20 settembre 2014 si è tenuto un concerto di musica classica, un salottino azzurro, un salottino rosso e uno verde, l’uno comunicante all’altro e il tutto unito da uno spazio rettangolare a vetrata che da sulla Riviera e sul giardino. Sul lato posteriore, all’interno di un alcuni ambienti del parco, fu allestito dal 1975 il Museo delle Carrozze, riaperto lo scorso giugno. Esso porta il nome del suo donatore, il Marchese Mario d’Alessandro di Civitanova, che nel 1960 donò la sua collezione di carrozze ottocentesche di manifattura inglese, francese ma anche napoletane fabbricate dai fratelli Solano e Bottazzi, tutt’oggi perfettamente conservate(a breve infatti aprirà anche un’altra ala di suddetto museo).
E’ un grande piacere notare come queste iniziative sveglino la coscienza popolare e spingano a trascorrere un fine settimana diverso dagli stereotipi imposti dalla società negli ultimi venti anni.