Un’altra incredibile, eppure reale, meraviglia di Napoli, è il Tunnel Borbonico. Conosciuto, ma non abbastanza. E’ possibile accedere attraverso due entrate, da Vico del Grottone e da Via Domenico Morelli. Nel lontano 1853, Ferdinando II di Borbone diede l’incarico all’architetto Alvino di progettare un viadotto sotterraneo affinché collegasse il Palazzo Reale con Piazza Vittoria, vicina al mare e alle caserme. Si trattava di un tragitto militare veloce, per difendere la Reggia, utile per le truppe ma anche sentiero di fuga per i re. Dopo tre anni furono completati i lavori. Durante la seconda guerra mondiale, quindi tra il 1939 e il 1945, la galleria fu utilizzata come ricovero, dai cittadini. Molti napoletani avevano visto sottrarsi la casa, a causa dei bombardamenti. Si parla di numeri enormi, erano tra i 5.000 e 10.000 i cittadini partenopei che cercavano, lì, rifugio. Quando finì la guerra e fino al 1970 circa, il tunnel cambiò uso, diventando un vero e proprio deposito, in cui ci si liberava di tutto quel che si tirava fuori dalle macerie, causate dai bombardamenti subìti da Napoli. Sono stati ritrovati molti autoveicoli e motoveicoli degli anni ’40, ’50 e ‘60, nascosti al di sotto dei detriti, ed anche statue appartenenti ad epoche diverse. Noi, non possiamo capire realmente cos’è la guerra, perché oggi, nonostante i problemi che ci troviamo ad affrontare, possiamo definirci fortunati. Ed è per questo che, spesso, dimentichiamo il terrore provato da chi ha vissuto anni così duri e difficili. Non dovrebbe, però, essere così. Tutti devono conoscere la storia, e fare tesoro dei suoi insegnamenti. Studiarla, analizzarla, sarebbero i primi passi da compiere, per capire ciò che ci ha preceduto. E sviluppare, poi, anche un pensiero critico nei confronti di essa. Ignorare è assurdo, irrispettoso. Oggi ci resta questa meravigliosa galleria che lascia tutti i suoi visitatori sbalorditi e con una strana sensazione nel cuore, pensando agli usi di cui il tunnel, nel corso della storia, è stato investito. E’ possibile scegliere tra vari percorsi, a cominciare da quello standard, che dà la possibilità di passeggiare all’interno del tunnel, nei settori del ricovero bellico e nelle cisterne dell’acquedotto. Oltre al “Percorso Standard”, ci sono percorsi ancor più avventurosi come il “Percorso Avventura”, appunto, e il “Percorso Speleo”. Lascio a voi il piacere di scoprire in cosa consistono questi indescrivibili itinerari. La visita al Tunnel Borbonico è vivamente consigliata, si respira un’aria diversa, le emozioni sono forti, soprattutto pensando a quante vite umane hanno cercato lì rifugio e protezione, senza dimenticare lo scopo iniziale per il quale fu realizzato. L’anima di Napoli è anche qui, in questo pezzo di storia importante ed imponente, che non può lasciare nessuno indifferente. Oggi è in corso una campagna di scavo, con il prezioso aiuto dei volontari, per rimuovere dai detriti un nuovo ambiente ritrovato. Tutti possono partecipare e sentirsi parte di un gruppo che collabora per la propria città, per riportare alla luce tasselli mancanti di storia. Nel settore culturale, è diventato ormai indispensabile il contributo dei volontari, che oggi investono il proprio tempo, la propria passione e tante energie per migliorare quanto appartiene alla nostra città, al nostro passato, alla nostra storia e alla nostra identità. Pur essendo, in effetti, un lavoro vero e proprio, quando si parla di “volontariato” sembra quasi parlare di un qualche cosa di riduttivo che, alla fine, finisce con lo sminuire quella che è una vera e propria attività passionale. Visitare il Tunnel Borbonico sarà un ulteriore modo per arricchire se stessi, per imparare, grazie a questo tesoro che abbiamo ereditato, quanto la storia sia maestra di vita. Come affermava, infatti, Cicerone, nel De Oratore: “Historia vero testis temporum, lux veritatis, vita memoriae, magistra vitae, nuntia vetustatis” (la storia, in verità, è testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra di vita, messaggera dell’antichità).