Trentenni fuori controllo nella riuscitissima commedia francese “Babysitting”

baby sittingNel giorno del suo trentesimo compleanno, l’aspirante fumettista Frank (Philippe Lacheau) si ritrova senza preavviso a dover badare a Remi (Enzo Tomasini) pestifero figlio del suo capo, l’editore Marc Schaudel (Gérard Jugnot).
Peccato che i suoi scapestrati amici non abbiano alcuna intenzione di rinunciare alla festa che avevano organizzato per lui e decidono così di trasferirla nella magione di quest’ultimo. Risultato? Casa distrutta e pargolo scomparso. I coniugi Schaudel vengono infatti risvegliati dall’allarmante chiamata della polizia. Cosa è successo? Che fine hanno fatto Frank e Remi? Per cercare di capire hanno un unico strumento: le registrazioni di una videocamera abbandonata sul posto.
La storia ci viene infatti narrata attraverso la tecnica affatto necessaria (né innovativa), ma tuttavia gradevole del found footage, grazie alla quale ci immergiamo nelle goliardiche vicende che hanno condotto all’infausto risultato di cui vi dicevamo. Protagonisti indiscussi, oltre a Remi e Frank, gli amici di quest’ultimo Sam (Tarek Boudali), Alex (Julien Arruti) e Sonia (Alice David). Lo scalmanato gruppo si ritroverà in un susseguirsi di situazioni paradossali quanto esilaranti, che non mancano di far ridere di gusto lo spettatore. Le gag, così come le battute, risultano efficaci e funzionali e sebbene il genere di appartenenza di Babysitting sia già sufficientemente ricco di titoli (la commedia demenziale di stampo prettamente americano), il film in questione non teme rivali, potendo contare su una sceneggiatura riuscita e dei personaggi che catturano da subito la simpatia del pubblico.
Decisamente figlio del suo tempo, Babysitting fotografa una realtà fatta di trentenni un po’ allo sbando, che prediligono il divertimento e rifuggono le responsabilità, dalle aspirazioni latitanti o deluse. Trentenni perennemente connessi attraverso tablet e smatphone che gareggiano per l’altrui approvazione a colpi di “like” e visualizzazioni.
La pellicola funziona e centra il suo scopo, che è quello di divertire in maniera leggera e spensierata. Peccato solo per la morale che chiude il film, un ammonimento ai genitori circa l’importanza di passare del tempo coi figli, che però risulta stucchevole, patetico e in ultimo inutile.

 


Pubblicato

in

da