Tra sacro e profano, la leggenda di Niccolò Pesce

niccolò pesceNiccolò Pesce, o Cola Pesce, o del Pesce Cola, è una figura leggendaria arrivata sino ad oggi, navigando tra testi, storiografie, miti e leggende. Le varie leggende raccontano in linea di massima di lui come un ragazzo molto giovane, abile nuotatore e avventuriero, che più volte sfidò e assecondò le volontà dei regnanti. Si ritrova la sua figura, sin dalle storiografie medievali, spagnole e francesi fino ad arrivare alle favole russe ma nessuna delle fonti è concorde sulle origini di questo giovane e sulla sua storia. Esistono infatti varie versioni ma in linea di massima di Niccolò si parla come di un giovane dotato di grandi predisposizioni subacquee, in tal casi addirittura descritto come mezzo uomo e mezzo pesce. In Italia, secondo il mito, Colapesce raccontò al re di Napoli, di aver scoperto tra i fondali sotto Castel dell’Ovo grandi tesori, e sotto la Sicilia, tre colonne, di cui una spezzata(si racconta infatti ancora oggi, che Niccolò, sia lì sotto a fungere da terza colonna, precisamente sotto Messina, per reggere il peso dell’isola e non farla sprofondare). Un’altra versione, sempre italiana, vede come protagonista anche Federico II, che sfidò l’abile nuotatore, in cambio della mano della figlia, a raccogliere i gioielli buttati in mezzo allo stretto di Messina. Ma il giovane non ritornò mai più in superficie. Terza leggenda, stavolta prettamente napoletana, racconta sempre di Niccolò alle prese con un’altra sfida, recuperare una palla di cannone appena lanciata, ma una volta quasi toccata e recuperata, si ritrovò immobilizzato dalle acque del mare, che ancora oggi lo custodiscono. A Napoli, la leggenda è stata tramandata da un bassorilievo a via Mezzocannone, oggi conservato al Museo di San Martino, che rappresenta Niccolò, (con gli attributi tipici del gigante pagano Orione) come un uomo villoso con un coltello in mano, che gli serviva per tagliare il ventre dei pesci all’interno dei quali spesso viaggiava per poi uscire e vivere le sue mille avventure. Se ancora oggi si chiede ai marinai di Niccolò Pesce, ancora se ne parla come colui che ogni tanto fa una visitina agli uomini di mare per raccontare le sue scoperte. Alcuni lo venerano come san Nicola di Bari, il protettore del mare. Come sempre a Napoli, sacro e profano viaggiano sullo stesso binario, in un continuo scambio di spiritualità e curiosità.


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