di Margherita De Rosa – Ansia, ansia, ansia, ma cos’è quest’ansia? E’ la malattia del secolo, la compagna di viaggio di tanti di noi e tra questi ci sono coloro che hanno deciso di intraprendere percorsi differenti, dalla psicoterapia al classico tranquillante che, si badi bene, oggi è una volgarità definire “calmante”, eh no! Afronte di un’ansia sempre più patologica, che cosa mi significa un banale tranquillante? Necessita un nuovo lessico, una dicitura al passo con l’evoluzione delle emozioni represse, da cui, a parere di grandi luminari della psicologia e della psichiatria, nasce l’ansia, o meglio, come dice qualcuno nella mia famiglia “l’ansiassai”, una parola, escluso l’articolo, proprio per rendere l’idea del vortice travolgente che attanaglia, stordisce e stende la sua vittima predestinata : da chi? da che? Beh, questo ce lo facciamo spiegare da Freud; in questa sede a noi interessa alleggerire il tutto e prendere di mira quanti tra studi medici, farmacie e colloqui tra comari, si producono in un exploit di vocaboli sempre più originali, a testimonianza di quanta creatività siano capaci gli ansiosi…si diceva poc’anzi che non è certamente “in” parlare di tranquillanti, infatti, bisogna chiamare i farmaci con il loro nome: benzodiazepine! Oh, e non facciamo confusione con camomille, tisane, biancospino e porcospino e porcocane, la benzodiazepina è cosa seria e va debitamente rispettata…eh già…il problema si verifica nella comunicazione, soprattutto se a dover comunicare sono gli anziani…<<Dotto’, dotto’, il medico ha detto che, siccome sto un po’ nervoso, prima di scrivermi le pensobenzine, che so pericolose, mi ha detto che danno l’affettazione (uanm, è proprio roba da cannibali) mi potete dare un farmaco da bancolotto>>….no, non si può, il faarmaco da bancolotto no! Il farmacista, giustamente se la ride alla maniera dei ventriloqui, e tenta una correzione: <<Un farmaco da banco, sì, certo>>, replica immediata del vecchietto: <<dutto’ ma banco o bancolotto nun è o stesso? >>….inutile continuare il discorso, il povero farmacista si rassegna e decide di passare alla fase successiva: << Io proporrei della valeriana, ha ottime proprietà calmanti, le concilia il sonno e vedrà che l’ansia diminuirà rapidamente>>. <<aehhh,dutto’, allora nun ce simmcapit, i nunteng l’asma, i sto nervoso e mo me facite innervosì pure vuie!!! E che diamine…vuie m’avissanaiutà!>>: i toni del “senior” sono piuttosto concitati e, effettivamente, l’ansiassai comincia a farsi strada…il vecchietto suda, è scosso da un leggero tremore e, poverino, ha ragione, non vuole le pensobenzine ma un calmante sì, il farmacista parla di asma e l’asma lui non ce l’ha…e basta mo! Cercando di non farsi prendere dall’ansiassai anche lui, il giovane farmacista prova a riprendere la parola: << Signore, lo so che non avete l’asma, io ho detto ansia, che è un po’ come dire nervosismo, agitazione, per cui la Valeriana va benissimo>>…. <<simmsicur? Io a tossnun a tengo, nunteng l’affanno, nunfumcchiù, quindi a robb pe l’asma nun a voglio >>…<< Signore, stia tranquillo, la Valeriana con l’asma non c’entra….ne prenda quindici gocce al mattino e 25 la sera per favorire il sonno, vedrà che starà più calmo e riposerà meglio>>… <<ehhh, a gocce…e i’ nunvecobbuon…nun me putite da’ e pinnole; però assaie, pecchè 15 a matin e25 a sera, fernescenampress….>>….il farmacista sbianca….<<No, signore, il dosaggio delle pillole è diverso, basta prenderne una al mattino e due la sera>>; << eh, e comm’è possibile…una pinnola sola nun abbasta>>…<< Sentite, se prendete 15 pillole morite>>, sbotta seccato il farmacista, al che la replica è immediata: << Uh Mamma d’o Carmene, allora vuieccàvennitvelen….assassino! mo ve vaco a denuncià! Sempe cu e viecchiefacite sti cose….meno male ca ve site fatt scoprì….(allontanandosi) Movac a caserma de carabinieri e vedimm…ma tu guarda a stufetent….assassino!!!>>. Il dottorino non ha più energie, pensa solo che forse, a questo punto, una bella pensobenzina la prenderebbe onde evitare un inutile senicidio…
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