Si ricomincia: gli operatori sociali della cooperativa Confini” tornano a protestare.
Per l’ennesima volta gli assistenti di disabili e anziani presso l’ambito 17 (Sant’Antimo, Frattamaggiore, Casandrino, Grumo Nevano) chiedono il pagamento dei propri stipendi, fermi da marzo 2016. Vari e invani sono stati gli incontri con il consorzio in questi mesi e inutili le azioni messe in campo dalla CGIL.
Sembra vergognoso che non sia stato dato il doveroso e soprattutto legittimo compenso a coloro che sono il supporto dei diversamente abili e degli anziani, che non sono in grado di svolgere autonomamente persino le azioni base della quotidianità.
Non è stata sufficiente al pagamento degli stipendi arretrati nemmeno la cospicua somma di circa 380 mila euro che, dall’estate ad oggi, è stata elargita dai comuni dell’ambito 17 a favore del consorzio, il quale – non rispettando gli accordi presi con le istituzioni e il sindacato – ha erogato il contentino di 2/3 stipendi (una miseria rispetto alla mole degli arretrati accumulati), favorendo ovviamente gli “amici” dei “potenti”, versando loro tutti gli arretrati a discapito dei lavoratori privi delle giuste conoscenze.
I dipendenti del consorzio si rivolgono ai sindaci affinchè la cooperativa venga gestita da loro, in qualità di istituzione, visto che il consorzio non è in grado farlo.
Ieri mattina, un gruppo di lavoratori e i rappresentanti del sindacato sono stati accolti dal coordinatore dell’ufficio di Piano dell’ambito 17, il dottor Arcangelo Cappuccio, il quale, dopo averli ascoltati, ha convocato il titolare del consorzio per lunedì mattina, al fine di chiedere spiegazioni in merito.
Gli operatori hanno lanciato il loro ultimatum: “Se entro lunedì la situazione non viene risolta, loro sospenderanno il servizio”!
Sono ammirevoli questi lavoratori che per mesi hanno continuato a lavorare perché il senso di solidarietà ha preso il sopravvento sul mero compenso economico che spetta loro di diritto.
Eppure ognuno di loro ha i propri problemi familiari e i propri disagi economici, quindi anche se a malincuore, gli stessi che fino ad oggi sono stati il supporto cardine dei servizi sociali dal 23 Gennaio si rifiuteranno di lavorare se la loro voce non sarà ascoltata, comportando disagi considerevoli all’ambito 17!