Un casermone abbandonato all’incuria del tempo, indifeso dagli sfregi di pseudo artisti di strada che ne fanno tela di scarsi progetti con graffiti o megagalattiche firme, forse per affermare il proprio passaggio in questo territorio desolato.
Aiuole incolte al suo interno in sintonia con i molti vagoni depredati di tutto ciò che è possibile asportare, scheletri bianco rossi sono le carrozze abbandonate sui binari morti lì a testimonianza del fasto che fu e dell’utilità che una volta i treni avevano per collegare Casoria/Arpino ed i vicini paesi.
Desolazione ed abbandono è la prima sensazione che si prova scendendo alla fermata della circumvesuviana linea Baiano – Napoli denominata Volla forse anche impropriamente come ulteriore sberleffo alla città di Casoria.
Lo spostamento effettuato dalla vecchia stazione di Casoria Fontane alla futuristica Volla fu in pompa magna accompagnato da promesse mai realizzate.
Molti rimpiangono i vecchi passaggi a livello, le coincidenze e soprattutto la comodità di arrivare alla vicina Napoli in pochi minuti potendo facilmente raggiungere la stazione della circumvesuviana, al centro del quartiere, a piedi in piena sicurezza ed indipendenza, rimpiangono la chiacchiera con il capostazione punto di riferimento per informazioni e consigli.
Oggi la stazione, fu Casoria Fontane, si presenta isolata, devastata e difficile da raggiungere a piedi a seguito della soppressione della tanto desiderata e combattuta linea ANM C88.
Dai vicini agglomerati abitati bisogna percorrere infatti via Lepori, una lingua di asfalto a doppio senso di marcia a scorrimento veloce, dove spesso vi transitano tir diretti in entrambe le direzioni e non esiste nemmeno l’ombra di un marciapiede o una barriera para pedonale.
I residenti pendolari auspicano un duplice intervento diretto alla messa in sicurezza di via Lepori con la realizzazione di marciapiedi, intensificazione della pubblica illuminazione, nonchè realizzazioni di rallentatori di marcia che consentano, a chi può farlo, di raggiungere la stazione a piedi; infine alla realizzazione di un sistema di navetta interno, degno di questo nome, che consenta di arrivare in tempo alla stazione ma soprattutto di trovarla in stazione all’arrivo del treno per evitare lunghe e soprattutto pericolose attese nel nulla assoluto.