Serata tra le stelle all’Osservatorio astronomico

osservatorio1Il giorno 26 febbraio alle ore 19 si è svolto un interessante evento alla scoperta dell’Osservatorio astronomico di Capodimonte. Esso si trova sulla salita Moiariello a pochi metri dalla Porta Grande del parco di Capodimonte. Durante la serata, nata dalla collaborazione tra il Touring club italiano e il personale dell’Osservatorio, circa 50 persone hanno potuto conoscere non soltanto la storia di questo real sito, ma hanno potuto constatare con mano, anzi con gli occhi, cosa volesse dire “guardare le stelle” con strumenti astronomici. Durante la prima fase è stata spiegata la fondazione del complesso: venne fondato nel 1812 grazie a un decreto di Gioacchino Murat, cognato di Napoleone e reggente a Napoli in quel periodo. I lavori furono ultimati nel 1819 quando con la restaurazione borbonica tornò Ferdinando I.  La caratteristica peculiare è che è stato il primo osservatorio astronomico nato per essere tale ed è l’unico presente nel sud peninsulare. Prima di tal periodo infatti venivano utilizzati strumenti astronomici all’interno di edifici già preesistenti, spesso anche all’interno di collegi religiosi. Questo non favoriva l’evoluzione delle tecniche in quanto non vi era mai spazio sufficiente. Grazie al complesso invece si è potuto andare avanti con la ricerca astrofisica e astronomica. Oggi l’osservatorio conta circa un centinaio di dipendenti tra ricercatori e personale addetto ai vari servizi. Nella seconda fase della serata si è visitato invece il planetario, un edificio a cupola che simula la visione dall’interno della sfera celeste tramite opportuni apparecchi in mancanza di atmosfera e con le dovute nozioni del caso. In seguito si è proseguiti verso “il Museo degli strumenti astronomici” che conta circa 100 oggetti e rappresenta l’unica testimonianza presente nel sud del Continente. Raccoglie gran parte della strumentazione astronomica utilizzata in tutto l’Ottocento fino agli inizi del Novecento: fotometri, cerchi meridiani, cannocchiali e strumenti di calcolo. Contiene inoltre due pezzi risalenti al Cinquecento facenti parte della Collezione Farnese arrivata a Napoli grazie alla dinastia borbonica. Inoltre custodisce un pezzo unico, ossia la prima edizione del “ De revolutionibus orbium coelestium” di Niccolò Copernico con all’interno segnate a mano gli appunti che l’Inquisizione fece sul testo alle parti considerate eretiche.  Infine, la chicca della serata è stata l’osservazione diretta grazie a un telescopio con uno specchio di 40 cm di diametro dei crateri della Luna e di Giove con i suo satelliti.

C’è da dire senz’altro che l’Osservatorio nonostante i lavori di ricerca svolti quotidianamente e l’impegno immane del personale per la ben tenuta del luogo, è aperto a ogni forma di collaborazione per divulgare e valorizzare quanto più possibile questo sito sia al pubblico che alle scuole.


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