Home Casoria Santuario di San Ludovico vandalizzato, il grido d’allarme dei nostri beni culturali

Santuario di San Ludovico vandalizzato, il grido d’allarme dei nostri beni culturali

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di Francesco D’Anna Che Casoria fosse una città ormai in preda alla prepotenza di molti, si sapeva, basti pensare al coefficiente esponenziale di furti, di rapine, di aggressioni che avvengono quotidianamente. Ma a tutto, dovrebbe esserci un limite, utilizzo il condizionale proprio perché vengo smentito puntualmente nella realtà, a Casoria, non vi sono limiti o confini di alcun tipo, i nostri beni culturali e storici, sono deturpati non da vandali, perché sarebbe un’offesa per lo storico popolo germanico, ma da barbari! L’esempio lampante è il Santuario di San Ludovico, brutalizzato da non patrioti, da anarchici, da irrispettosi della storia, quanto meno. Tuttavia, tralasciando per un solo istante, la brutalità di coloro che tendono a sfigurare l’ambiente dedicato a un santo, l’interrogativo che mi pongo, ma che ci poniamo in realtà tutti è: ‘Dov’è la politica, in queste situazioni in cui è chiamata al dovere etico e civile di far rispettare le leggi, o almeno quelle più semplici?’ La risposta che mi sovvien è semplice, ovvero, non essendovi il rispetto delle regole, non essendovi un tentativo forte delle istituzioni di rispondere a tali, vili attentati, è chiaro che non vi sia politica, ma nel suo significato più nobile.  L’arte della ‘res publica’ è stata, dai tempi di Socrate o di Aristotele, un’arte destinata ai più saggi, ai più capaci, anche lo stesso Croce riteneva che il politico onesto fosse il politico capace, tuttavia, oggi, non ve n’è rimasta la minima traccia. La decadenza della qualità dirigenziali, tuttavia, non è l’unico fattore contribuente alla decadenza morale e civile nella quale ci ritroviamo, poiché vi si aggiunge anche l’evidenza che il popolo stia venendo meno nell’esercizio del diritto alla resistenza, richiamato spesso da John Locke nei suoi scritti., il cittadino, dunque, si ritrova rigettato in una disillusione tale da non spingerlo più a cercare di cambiare i meccanismi che ormai, da lustri, non funzionano più. Di fatto, l’input di denuncia del degrado del santuario di San Ludovico è stato lanciato da un solo cittadino anonimo, probabilmente attaccato ai valori, alla storia di quel luogo, alla sua funzione religiosa e intrinseca di leggenda. Analizzato il fenomeno, le sue cause e, i suoi effetti nel sociale, bisogna anche ricercare le soluzioni: credo fermamente che nel breve-medio termine vi sarà una nuova classe dirigente di donne e uomini liberi, istruiti e capaci di rilanciare i nostri territori, di caricare sulle spalle gli errori della vecchia ed intollerata lobby politica.