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Sant’Antimo. Conclusi i festeggiamenti per la festa patronale

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20140531_211609Sant’Antimo. Sabato 31 maggio, Piazza della Repubblica, gremita di fedeli per la tanto attesa festa patronale. Il periodo di festeggiamenti ha avuto inizio, in realtà, lo scorso 10 Maggio quando la statua del Santo protettore ha lasciato la nicchia della sua cappella, dove sono conservati i suoi resti, ma solo nell’ultimo fine settimana si è dato il via alle solenni manifestazioni in suo onore. La festa è durata tre giorni e ha avuto tre momenti principali: la processione per le vie del paese, la rappresentazione teatrale della “tragedia” e il “Volo degli angeli”.
Piazza della Repubblica, via Martiri di Via Fani e Via Basile De Martino sono diventate sede di mercatini e stand dalle 09:00 di mattina fino all’ 1:00 di notte. Tra gli eventi più coinvolgenti la processione della statua del Santo per le strade cittadine, rievocando le vicissitudini del suo martirio. Tra i momenti principali dei festeggiamenti lo spettacolo della “tragedia”. La compagnia Amistad Green anche quest’anno si è occupata della rappresentazione teatrale del martirio di Sant’Antimo, andata in scena sabato, con il I e il II atto, mentre domenica e lunedì, invece, gli attori son saliti sul palco per recitare il III atto, che è stato accompagnato dal celebre ed emozionante Volo degli Angeli. Ogni anno, come da tradizione, viene allestito un cavo d’acciaio con dei cappi a cui sono fissate due bimbe vestite da angeli che scivolano lungo il cavo per poi arrivare sul Castello baronale. Qui gli angeli recitano una poesia venendo accolte dal suono delle campane festanti. Anche se il “volo” è molto pericoloso, i Santantimesi sono sono convinti che il Santo possa proteggere le bimbe così come protegge la città.
Erodoto scriveva: “Poiché,se si proponesse a tutti gli uomini di fare una scelta fra le varie tradizioni e li si invitasse a scegliersi le più belle, ciascuno, dopo opportuna riflessione, preferirebbe quella del suo paese: tanto a ciascuno sembrano di gran lunga migliori le proprie costumanze”. Insomma se le tradizioni migliori sono quelle che riuniscono le persone, e fanno comunità, che aggiungere se non Viva i paesani “costumi”.