Sant’Antimo anno zero. Nuove leve e faide camorristiche agitano la popolazione

Sant’Antimo in stile Far West. Sant’Antimo come Gomorra. Sant’Antimo anno zero.

Dopo lo sventramento del clan Puca, avvenuto qualche settimana fa, e dopo l’ultima sparatoria di sabato pomeriggio ai danni della compagna di un pregiudicato della zona, è evidente che nella cittadina a Nord di Napoli l’atmosfera dominante sia di paura e fibrillazioni continue. Tra raid e sparatorie, difatti, la situazione è davvero complessa ed esplosiva: nuove leve camorristiche, personaggi di secondo piano, stanno cercando di colmare il vuoto lasciato dai vertici dei diversi clan, al momento detenuti in carcere.

Gli equilibri criminali sono saltati e in questo clima di quasi anarchia, secondo quanto è riportato dalla Direzione Investigativa Antimafia, a Sant’Antimo sono diverse le cosche criminali che, formate da giovani adepti, lottano per il controllo delle piazze di spaccio e del racket. E molti sembrano essere anche gli uomini armati che, alla stregua di perfette ronde, vagano per il paese allo scopo di delimitarne e marcarne il territorio.

“Sant’Antimo è oggi nelle mani violente di chi non esiterà a pretendere il sangue della nostra terra”- sussurra con amarezza Giuseppe Italia-, il candidato a Sindaco per il Comune di Sant’Antimo. E aggiunge: “ Sono seriamente preoccupato, perché sento molti cittadini bisbigliare le loro ansie e le loro paure. Quando mi chiedono cosa penso della situazione attuale, io rispondo sempre che dobbiamo avere fiducia della giustizia. Allo stesso tempo, però, sento anche io il bisogno di una risposta ulteriore e forte da parte dello Stato. So bene che i miei cittadini non si sentono sicuri e mi meraviglia vedere che nessuno di quelli che concorrono alla mia stessa carica si sia ancora espresso in questa direzione. Perché, al di là della visione amministrativa di ognuno, dobbiamo essere tutti uniti in questa guerra a difesa dello Stato”.

È vero, l’unione fa la forza, ma nulla può e potrà contro l’omertà.


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