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Rubrica Usi, costumi e consuetudini del mondo classico. Quanto alle donne d’aspetto poco gradevole?

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Da Prassitele, copia romana da un originale marmoreo del 360 a.C. circa. Musei Vaticani.

Ai tori la natura ha dato le corna, ai cavalli le unghie, alle volpi ha dato velocità, ai leoni una temibile dentatura, ha fatto i pesci adatti a nuotare, gli uccelli a volare, agli uomini ha dato il senno, alle donne nulla. Ma ecco che alle donne invece delle lance, invece degli scudi, dà la bellezza. E la donna bella vince ferro e fuoco.

Nelle Anacreontiche si trova questo elogio della pulcretudine muliebre.
Senza discussioni, tali versi aderiscono alla celebrazione encomiastica greca della bellezza ed, indubbiamente, alludono all’elevata considerazione che a questa veniva tributata.
Il fisico femminile più apprezzato è morbido e formoso, con fianchi larghi, seno e glutei non troppo pronunciati, ma rotondi e sodi. Ciò rende la donna sensualissima. Si pensi a l primo nudo femminile dell’arte greca: l’Afrodite cnidia dal corpo definito e dolcemente armonioso. Arduo, impossibile, inammissibile obliare quanto affermano i Troiani, osservando dall’apice della rocca lo scontro divampante, determinato dalla fuga d’amore di Elena, in versi memorabili dell’Iliade: “Non è vergogna che i troiani ed i greci soffrano tanti e lunghi dolori: a vederla, Elena, è simile ad una dea immortale”. Ora, si rileggano i versi anacreontici, scostandosi da un’indotta benevola interpretazione.
Al termine dell’enumerazione dei doni offerti da Zeus agli uomini, a cui ha regalato il senno, si apprende che alle donne non ha elargito alcunchè, se non l’essenziale bellezza, che permette loro di debellare ferro e fuoco. Inevitabilmente, si è stimolati a domandarsi quali fossero nella visione greca le opportunità, le attese, i progetti delle donne a cui la gradevolezza dell’aspetto non fosse stata stata concessa. Da Prassitele, copia romana da un originale marmoreo del 360 a.C. circa. Musei Vaticani.