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Rubrica “Cornetto e cappuccino”. Per il bene di Casoria

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Di Gianni Bianco -In prima pagina il Mattino di Napoli ieri titola “Da Chiaiano a Casoria il boom dei contagi”. Conquistare una prima pagina in questo modo certo non è piacevole, soprattutto alla luce di cosa genera una tale notizia. La paura è dietro l’angolo, non si nasconde, la si palpa sui volti della gente e quello che vive Casoria, come tutto il mondo, da un anno a questa parte, è l’incapacità di guardare avanti. Il Covid-19 lo ricorderemo per sempre, oggi che siamo dotati di strumenti di comunicazione che entrano non solo nelle case ma ce li portiamo dietro, su di un cellulare dai social network al cloud di un motore di ricerca. Uno scrigno di immagini e notizie generate da un’influenza, mutata in laboratorio e che ha messo il mondo in ginocchio. Eppure guardando al passato spesso mi chiedo “che cosa ricordiamo del Colera a Napoli nel 1973 o il terremoto del 1980? Due drammi, due tragedie che abbiamo vissuto, affrontato e superato, cittadini e le istituzioni ma le immagini e le notizie erano frammentarie e certo non procuravano lo stesso effetto di un video in fb. Ero alle medie nel primo e all’università nel secondo, il timore per il colera, la paura per il terremoto fu tanta ma oggi, oggi l’epidemia, anzi pandemia investe Napoli. l’Italia e il mondo intero. Durante il Lock down il cittadino chiuso in casa, spesso sul baratro della povertà, si è aggrappato alle notizie, in particolare alle pillole in fb, le tabelle statistiche ai video in particolare. Chiusi in casa abbiamo vissuto la detenzione mediatica e sembrava, con l’arrivo dell’estate, essere passata, almeno credevamo, invece no il contagio ritorna, si espande e il pericolo è dietro l’angolo, per tutti. Casoria vive in questo un triste primato e il titolo del Mattino non dà scampo e le Istituzioni locali, come quelle regionali e nazionali, sapevano di questa ondata di ritorno del virus ma poco o niente hanno fatto ed oggi ne paghiamo le conseguenze. La crisi sanitaria, soprattutto i suoi riflessi, trascina l’economia verso il fondo, settori strategici come Turismo e Agroalimentare, sono in ginocchio e questo rappresenta un problema enorme di tenuta sociale. L’economia cittadina di Casoria si fonda su un piccolo commercio messo oggi in ginocchio dal coronavirus ma è latente già da tempo. Nemmeno voglio immaginare un nuovo Lock down, sarebbe davvero la fine e di soldi da distribuire in “ticket” oggi non ce ne sono più, come quelli dei vari “bonus” da parte dello stato, almeno per ora. L’unica strada è andare avanti, resistere, soprattutto ritrovare un nuovo spirito di collaborazione, politica ed istituzionale. Il tempo sospeso del Lock down non ha fermato quello che già da tempo era nell’aria, parlo del dissesto finanziario del Comune di Casoria. L’idea di un Ente in dissesto, in particolare in questo periodo storico, apre elementi di riflessione e segnali positivi da parte dell’amministrazione non ne vediamo. Un anno fa si cominciava a parlare dell’epidemia Sars cobid-19 scoppiata in Cina, del pericolo di una pandemia e qui a Casoria già si notavano i segni tangibili di una giunta che non decollava. Dopo il Natale del 2019, all’inizio del 2020, a sei mesi dall’insediamento, si notavano carenze e “distrazioni amministrative”, usiamo un eufemismo, intanto alcune scelte poco condivise andavano avanti. Chiaramente c’era altro a cui pensare che sostituire qualche assessore e alla ripresa sono sopraggiunte le elezioni regionali, c’era da difendere altri equilibri. Altra pausa “necessaria” per garantire una fluida partecipazione alla vittoria deluchiana in città. Oggi che le elezioni sono passate è chiaro che qualcosa deve avvenire per mandare avanti la barca, i malumori nella maggioranza sono certificati dai differenti dissensi espressi a più riprese e non bastano i soliti salti della quaglia di qualche consigliere folgorato sulla via di Damasco. Oggi, alla luce di ciò che accade di quello che si intravede all’orizzonte avviene e parlo delle crisi parallele, economica, sociale, sanitaria, la soluzione non è solo nella sopravvivenza o nella sostituzione di incarichi, soprattutto contabilizzare il numero in consiglio comunale. Quando ascoltiamo in TV qualche intervento “serio”, alcuni, non tutti, gli esperti ci indicano una strada ed è quella di approfittare di questa crisi per cambiare gli strumenti e apportare una rivoluzione culturale nel lavoro e nella società. Sono entrati nel lessico quotidiano termini nuovi, soprattutto in inglese. L’Europa investe cinquecento miliardi di euro nella “Green economy”, il mondo si prepara a cambi epocali, noi a Casoria possiamo immaginare di non essere al passo con i tempi? Sarebbe la fine e ci ritroveremmo ad essere “Periferia della periferia”, la peggiore d’Europa, quella che tutti conoscono per la Terra dei fuochi e soprattutto Gomorra. Da anni la politica cittadina ha dimenticato i partiti, questo è un fatto ma, figure autorevoli non sono lievitate e la durata degli ultimi tre sindaci sono la misura che a qualcosa qui, davvero non va. Allora oggi che si ha bisogno di guadare all’Europa e alle sue opportunità. Casoria è un ente in dissesto e la politica da dieci anni a questa parte ha davvero regalato il meglio di se in senso negativo chiaramente. La sfida oggi è rigenerare e rilanciare un Ente su piano della modernizzazione e la qualità, Formare una nuova classe dirigente, acquisire nuove sapienze, soprattutto specializzarsi nei “bandi”, metropolitani o regionali che siano, la priorità. Quello dei soldi persi nell’ultimo anno e non sembra stia cambiando il trend oggi, rappresenta il vero tallone d’Achille e sommato di una realtà che certo non può vantare il record di introiti economici; meno incassi dai tributi locali, soldi che si perdono per strada dei Bandi sono l’anticamera del baratro e Casoria, la città dei santi, dei cardinali, dei giuristi davvero non può permettersi questo lusso. Da solo un sindaco, alla vigilia di un commissariamento per il dissesto e tutto il contorno di problemi, non c’è la farà mai. Ecco allora che deve intervenire la politica, quella vera, che non contrappone una maggioranza ad un’opposizione ma mette insieme maggioranza e minoranza. Il tempo non gioca a favore, si proponga una “Giunta di transizione”, che si impegni davvero per recuperare risorse riorganizzare i settori e che ne facciano parte rappresentanti che trovano il consenso di tutti, una giunta di alto profilo abbia degli obiettivi ma che si dia anche delle scadenze, magari un ann. In passato I grandi partiti del dopoguerra lo hanno fatto e solo per il bene di un popolo di una nazione, oggi è il caso di farli qui a Casoria per il bene di Casoria. Il mondo sta cambiando e solo chi se ne accorge potrà avere un futuro e le ambizioni personali devono essere messe oggi da parte, né va del destino di una comunità, soprattutto alla luce di cosa genera una tale notizia. La paura è dietro l’angolo, non si nasconde, la si palpa sui volti della gente e quello che vive Casoria, come tutto il mondo, da un anno a questa parte, è l’incapacità di guardare avanti. Il Covid-19 lo ricorderemo per sempre, oggi che siamo dotati di strumenti di comunicazione che entrano non solo nelle case ma ce li portiamo dietro, su di un cellulare dai social network al cloud di un motore di ricerca. Uno scrigno di immagini e notizie generate da un’influenza, mutata in laboratorio e che ha messo il mondo in ginocchio. Eppure guardando al passato spesso mi chiedo “che cosa ricordiamo del Colera a Napoli nel 1973 o il terremoto del 1980? Due drammi, due tragedie che abbiamo vissuto, affrontato e superato, cittadini e le istituzioni ma le immagini e le notizie erano frammentarie e certo non procuravano lo stesso effetto di un video in fb. Ero alle medie nel primo e all’università nel secondo, il timore per il colera, la paura per il terremoto fu tanta ma oggi, oggi l’epidemia, anzi pandemia investe Napoli. l’Italia e il mondo intero. Durante il Lock down il cittadino chiuso in casa, spesso sul baratro della povertà, si è aggrappato alle notizie, in particolare alle pillole in fb, le tabelle statistiche ai video in particolare. Chiusi in casa abbiamo vissuto la detenzione mediatica e sembrava, con l’arrivo dell’estate, essere passata, almeno credevamo, invece no il contagio ritorna, si espande e il pericolo è dietro l’angolo, per tutti. Casoria vive in questo un triste primato e il titolo del Mattino non dà scampo e le Istituzioni locali, come quelle regionali e nazionali, sapevano di questa ondata di ritorno del virus ma poco o niente hanno fatto ed oggi ne paghiamo le conseguenze. La crisi sanitaria, soprattutto i suoi riflessi, trascina l’economia verso il fondo, settori strategici come Turismo e Agroalimentare, sono in ginocchio e questo rappresenta un problema enorme di tenuta sociale. L’economia cittadina di Casoria si fonda su un piccolo commercio messo oggi in ginocchio dal coronavirus ma è latente già da tempo. Nemmeno voglio immaginare un nuovo Lock down, sarebbe davvero la fine e di soldi da distribuire in “ticket” oggi non ce ne sono più, come quelli dei vari “bonus” da parte dello stato, almeno per ora. L’unica strada è andare avanti, resistere, soprattutto ritrovare un nuovo spirito di collaborazione, politica ed istituzionale. Il tempo sospeso del Lock down non ha fermato quello che già da tempo era nell’aria, parlo del dissesto finanziario del Comune di Casoria. L’idea di un Ente in dissesto, in particolare in questo periodo storico, apre elementi di riflessione e segnali positivi da parte dell’amministrazione non ne vediamo. Un anno fa si cominciava a parlare dell’epidemia Sars cobid-19 scoppiata in Cina, del pericolo di una pandemia e qui a Casoria già si notavano i segni tangibili di una giunta che non decollava. Dopo il Natale del 2019, all’inizio del 2020, a sei mesi dall’insediamento, si notavano carenze e “distrazioni amministrative”, usiamo un eufemismo, intanto alcune scelte poco condivise andavano avanti. Chiaramente c’era altro a cui pensare che sostituire qualche assessore e alla ripresa sono sopraggiunte le elezioni regionali, c’era da difendere altri equilibri. Altra pausa “necessaria” per garantire una fluida partecipazione alla vittoria deluchiana in città. Oggi che le elezioni sono passate è chiaro che qualcosa deve avvenire per mandare avanti la barca, i malumori nella maggioranza sono certificati dai differenti dissensi espressi a più riprese e non bastano i soliti salti della quaglia di qualche consigliere folgorato sulla via di Damasco. Oggi, alla luce di ciò che accade di quello che si intravede all’orizzonte avviene e parlo delle crisi parallele, economica, sociale, sanitaria, la soluzione non è solo nella sopravvivenza o nella sostituzione di incarichi, soprattutto contabilizzare il numero in consiglio comunale. Quando ascoltiamo in TV qualche intervento “serio”, alcuni, non tutti, gli esperti ci indicano una strada ed è quella di approfittare di questa crisi per cambiare gli strumenti e apportare una rivoluzione culturale nel lavoro e nella società. Sono entrati nel lessico quotidiano termini nuovi, soprattutto in inglese. L’Europa investe cinquecento miliardi di euro nella “Green economy”, il mondo si prepara a cambi epocali, noi a Casoria possiamo immaginare di non essere al passo con i tempi? Sarebbe la fine e ci ritroveremmo ad essere “Periferia della periferia”, la peggiore d’Europa, quella che tutti conoscono per la Terra dei fuochi e soprattutto Gomorra. Da anni la politica cittadina ha dimenticato i partiti, questo è un fatto ma, figure autorevoli non sono lievitate e la durata degli ultimi tre sindaci sono la misura che a qualcosa qui, davvero non va. Allora oggi che si ha bisogno di guadare all’Europa e alle sue opportunità. Casoria è un ente in dissesto e la politica da dieci anni a questa parte ha davvero regalato il meglio di se in senso negativo chiaramente. La sfida oggi è rigenerare e rilanciare un Ente su piano della modernizzazione e la qualità, Formare una nuova classe dirigente, acquisire nuove sapienze, soprattutto specializzarsi nei “bandi”, metropolitani o regionali che siano, la priorità. Quello dei soldi persi nell’ultimo anno e non sembra stia cambiando il trend oggi, rappresenta il vero tallone d’Achille e sommato di una realtà che certo non può vantare il record di introiti economici; meno incassi dai tributi locali, soldi che si perdono per strada dei Bandi sono l’anticamera del baratro e Casoria, la città dei santi, dei cardinali, dei giuristi davvero non può permettersi questo lusso. Da solo un sindaco, alla vigilia di un commissariamento per il dissesto e tutto il contorno di problemi, non c’è la farà mai. Ecco allora che deve intervenire la politica, quella vera, che non contrappone una maggioranza ad un’opposizione ma mette insieme maggioranza e minoranza. Il tempo non gioca a favore, si proponga una “Giunta di transizione”, che si impegni davvero per recuperare risorse riorganizzare i settori e che ne facciano parte rappresentanti che trovano il consenso di tutti, una giunta di alto profilo abbia degli obiettivi ma che si dia anche delle scadenze, magari un ann. In passato I grandi partiti del dopoguerra lo hanno fatto e solo per il bene di un popolo di una nazione, oggi è il caso di farli qui a Casoria per il bene di Casoria. Il mondo sta cambiando e solo chi se ne accorge potrà avere un futuro e le ambizioni personali devono essere messe oggi da parte, né va del destino di una comunità.