Riceviamo e pubblichiamo:L’avvocato Vincenzo D’Antò e l’avvocato Giuseppe Salzano, rispettivamente Presidente e Vice Presidente dell’associazione “ACCA”, sempre più decisi nel loro intento di riportare i comuni di Casoria, Afragola, Arzano e Casavatore a far parte del circondario del Tribunale di Napoli. Sempre più insistenti anche le istanze in tal senso provenienti dai cittadini residenti nei comuni interessati. Improcrastinabile la riforma della geografia giudiziaria.

Nell’ormai lontano 20 febbraio del 2015, presso l’ex Sezione Distacca di Casoria del Tribunale di Napoli, un cospicuo numero di avvocati costituivano l’associazione forense denominata: “A.C.C.A.”, acronimo di AFRAGOLA CASORIA CASAVATORE ARZANO. Un’associazione di scopo, voluta affinché detti comuni tornassero a far parte del circondario del Tribunale di Napoli, in luogo di quello del Tribunale di Napoli Nord. Alla base di tale finalità, il profondo radicamento socio-culturale, oltre che geografico, dei prefati comuni con l’area partenopea, nonché le enormi difficoltà per i cittadini di raggiungere il neo-istituito tribunale di Napoli Nord. Un disagio avvertito, soprattutto, dagli utenti più sventurati e bisognosi del servizio giustizia. Si pensi a coloro che hanno frequente necessità di recarsi presso l’ufficio del giudice tutelare, a chi ha la premura di comparire innanzi al tribunale per sanare una incolpevole morosità, o, ancora, a chi deve semplicemente rinunciare ad un’eredità dannosa. Trattasi di attività che gli utenti possono (e spesso, per ragioni economiche, devono) espletare senza assistenza di professionisti. Orbene, in tal caso, gli sventurati di turno, che magari hanno la propria residenza di fronte al tribunale di Napoli (si pensi ai casoriani, abitanti in Via Nazionale delle Puglie), si vedono costretti a percorrere ben 40 km per raggiungere il Tribunale di Napoli Nord. In casi di mancanza di mezzi di locomozione propri, il raggiungimento del tribunale è, addirittura, una vera e propria odissea. Non ci sono, infatti, trasporti pubblici che garantiscano un collegamento diretto tra menzionati comuni e la sede del tribunale. Che dista, peraltro, ben 5 chilometri dalla locale stazione ferroviaria. In buona sintesi, per chi proviene dai comuni in parola, occorre almeno un’ora e mezza per giungere al Tribunale di Napoli Nord, ubicato in Aversa. Proprio così, in Aversa! Perché per una incomprensibile logica, il Tribunale di Napoli Nord è sito a Caserta Sud. Una stortura inaudita che offende i cittadini e frustra il loro diritto di fruire del servizio giustizia. E come se tanto non bastasse, il neo-istituito Tribunale di Napoli Nord, terzo in Italia per bacino d’utenza, è già al collasso. Il settore contenzioso registra una durata delle controversie inaccettabile. Non va meglio per la volontaria giurisdizione, dove la situazione, se possibile, si appalesa ancora più drammatica. Le esecuzioni, infine, durano un’eternità. Basti pensare che, ad oggi, alcuna procedura esecutiva immobiliare ha raggiunto l’epilogo contemplato dal codice di rito. Non a coso, proprio in questi giorni (il 13 novembre), il Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli Nord, avv. Gianfranco Mallardo, in una lettera aperta al Ministro della Giustizia, nel descrivere lo stato in cui versa il Tribunale di Napoli Nord, ha delineato una situazione catastrofica. “In pochi anni, scrive Mallardo, si è partiti da un carico pari a zero per giungere, ad oggi, ad arretrati enormi ed intollerabili per un tribunale giovane e che porteranno, se non si interviene con urgenza, di qui a poco, ad un sicuro disastro giudiziario”.

Oggi più che mai, pertanto, l’associazione ACCA continuerà a battersi per la riforma della geografia giudiziaria, affinché la giustizia sia quanto più possibile prossima al cittadino e sia scongiurato il paventato “disastro giudiziario”. Tutto questo, last but non least, senza gravare sul bilancio dello Stato. Ed è appena il caso di evidenziare che la rivendicazione dell’Associazione, lungi dall’essere una battaglia di categoria, è, con ogni evidenza, finalisticamente indirizzata a non

rendere oltremodo disagevole e costosa, per gli abitanti nelle aree facenti parte del tenimento dei prefati comuni, la tutela dei propri diritti, rappresentando, l’attuale geografia giudiziaria, una riprovevole compressione di prerogative di rango costituzionale. Ci si riferisce all’art. 24 dalla nostra Carta Costituzionale, che garantisce il diritto di azione e di difesa, nonchè all’art. 3 della stessa, contenente l’impegno dello Stato rimuovere ogni ostacolo che si frappone alla libertà ed all’uguaglianza dei cittadini.

Alla luce di quanto precede, si fa appello, oggi più che mai, alle Istituzioni affinché si apra immediatamente un confronto in merito, onde rimediare alle ingiustizie ed alle storture connesse alle nefaste riforme del passato, accogliendo, di tal guisa, le istanze di migliaia di cittadini che hanno sottoscritto una petizione che merita attenzione e considerazione, se è vero, come è vero, che la sovranità appartiene al popolo (art. 1 Cost).

Afragola/Casoria lì 20.11.2018

Il Presidente Il Vice Presidente

Avv. Vincenzo D’Antò Avv. Giuseppe Salzano

Vincenzo D’Antò GSalano