Chi di voi, ad un certo punto nella vita, non si è visto coinvolgere da un parente, un amico, un conoscente, nella fantomatica raccolta dei tappi di plastica in beneficenza? Le finalità erano molteplici e disparate, alcuni li raccoglievano per regalare una sedia a rotelle ad un disabile, o macchinari medici vari, altri per realizzare infrastrutture nei paesi poveri, in alcuni casi più semplicemente per raccogliere denaro per i poveri… Ma vi siete mai chiesti quale sia quell’ente, associazione, organo, che dispensa denaro in cambio di tappi in plastica e perché? Bhe, io me lo sono chiesto e indagando un po’ sulla rete ho scoperto che…. “Era tutta una bufola”!
La voce del denaro in cambio dei tappi si diffuse infatti in Italia nel 1993, quando non esisteva ancora nessuna raccolta, riprendendo leggende più antiche sorte in altri paesi (c’era quella della raccolta di codici a barre, delle carte in alluminio delle sigarette, in America si parlava ad es. di raccogliere le linguette delle lattine in alluminio per comprare macchine per la dialisi). Ad ogni modo la diceria si diffuse rapidamente, fece scalpore nel 1995 la storia di un disabile che raccolse ben 5 quintali di tappi prima di scoprire che nessuno glieli avrebbe convertiti in una sedia a rotelle (si racconta però che la storia ebbe un lieto fine in quanto alcuni generosi organizzarono una colletta e l’uomo ebbe così la sua carrozzina).
Ma qual è il motivo per cui queste voci si sono diffuse a macchia d’olio? Secondo alcuni studi il consenso intorno a queste dicerie nascerebbe dal bisogno delle persone di attenuare il loro atteggiamento consumistico. Ossia, non smettere di spendere, ma pensare che facendolo si sta al contempo facendo del bene aiutando gli altri. E’ probabilmente proprio per tale atteggiamento di favore verso tali iniziative che ad un certo punto qualcuno ha pensato di trasformare la leggenda in realtà. Esiste un termine tecnico per questo fenomeno, gli studiosi lo chiamano “ostensione”.
Attualmente, la raccolta più imponente ha luogo in Francia, ad opera dell’associazione “Bouchons d’amour” (www.bouchonsdamour.com), ossia “tappi d’amore” nata nel 2001 col fine di acquistare appunto sedie a rotelle per disabili. Tale associazione vanta oggi 97 punti di raccolta che ricoprono interamente il territorio Francese e si è estesa anche in Belgio, non dona più inoltre solo materiale per disabili, ma persegue svariate operazioni umanitarie all’estero.
Non so’ per certo quando la raccolta sia iniziata in Italia, ma mi è parso di capire che sia all’incirca nello stesso periodo (2001/2002) ad ogni modo da noi non ha avuto grande diffusione. Attualmente la rete più estesa è quella dell’associazione “Centro Mondialità Sviluppo Reciproco” (www.cmsr.org). La raccolta è nata da un’iniziativa della Caritas Diocesana di Livorno, in collaborazione con la ditta Galletti Ecoservice, impegnata nella raccolta e trasporto di rifiuti speciali, nel riciclaggio e stoccaggio di materiali plastici. Dal 2003 il Centro Mondialità Sviluppo Reciproco ha assunto la gestione e il coordinamento dell’iniziativa, il cui obiettivo è il sostegno ai progetti di approvvigionamento idrico (realizzazione di pozzi) nella Regione di Dodoma in Tanzania. Molte persone comprendendo il significato che sta dietro alla raccolta dei tappi hanno deciso di contribuire alla sua diffusione. I promotori sono rappresentati da diverse realtà: privati cittadini, amministrazioni comunali e provinciali, aziende di raccolta dei rifiuti, associazioni, scuole, esercizi commerciali, ecc. Grazie al loro aiuto ci sono oggi diversi punti di raccolta in molte regioni Italiane e anche in Campania. Ad ogni modo, a parte questa iniziativa, le altre poche raccolte esistenti avvengono per la maggiore nel nord Italia.
Pare che le società specializzate nel riciclaggio paghino all’incirca 150 euro ogni tonnellata di tappi (più di 400.000 pezzi) e a farsi due conti in tasca questo tipo di beneficenza non ripaga. Le diverse tonnellate di tappi vanno infatti stipate e poi trasportate con dei camion anche per lunghi tratti, sarebbe dunque del tutto antieconomica e non potrebbe essere messa in atto se non fosse per i volontari che mettono a disposizione il loro lavoro ed i loro mezzi gratuitamente. Ma, se non c’è un gran guadagno, allora perché farla? Qualcuno faceva notare che se ogni volontario donasse un euro invece dei tappi si raccoglierebbe più denaro con meno fatica, ma la verità è che il vero effetto benefico di tale iniziativa non sta nel guadagno, quanto semmai nel coinvolgimento e la conseguente sensibilizzazione dei volontari su problematiche globali quali il riciclaggio, la disabilità, la povertà, ecc. La raccolta dei tappi è infatti un impegno costante che non si esaurisce nella mera elargizione economica di un momento, educa alla beneficenza ed al riciclaggio passando per un gesto semplice, che può fare anche un bambino, quale la raccolta di un tappo.
Perché poi proprio i tappi di bottiglia? Se l’obiettivo è riciclare la plastica perché non anche le bottiglie? Io avevo inizialmente pensato ad un problema di ingombro (i tappi sono più pesanti ed occupano meno spazio), ma la questione è molto più complessa di così ed attiene, a quanto ho capito, alla legislazione Italiana, che qualificando le bottiglie come rifiuto solido urbano né affida la raccolta in esclusiva al servizio di nettezza urbana escludendone conseguentemente la raccolta privata. Inoltre, i tappi non sono fatti della stessa plastica delle bottiglie e vanno riciclati separatamente. Le bottiglie sono in PEC, polietilentereftalato, e una volta riciclate vengono trasformate prevalentemente in tessuti, i tappi sono invece in PE, polietilene, e vengono usati per realizzare oggetti in plastica dura (tavoli, panchine, giocattoli, contenitori, ecc.).
Questa è dunque la storia dei tappi di plastica in beneficenza, una leggenda divenuta realtà, sintomo a mio giudizio del buon cuore e della buona volontà delle persone.
Che dire dunque, la raccolta dei tappi è a mio giudizio promossa a pieni voti, fa bene all’ambiente e a chi vi abita, proprio in tutti i sensi! E’ già da un po’ che sto mettendo da parte i miei tappi, i centri di raccolta in Campania sono indicati nel sito www.cmsr.org, ce ne sono sia a Napoli (Scampia, Torre Annunziata, Portici) che a Caserta, ma sono sicura che cercando bene in rete se ne potrebbero trovare altri. A voi, l’ardua ricerca!

Raccolta tappi: tra generosità, carrozzelle e leggende
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