Oggi una donna sa che per vivere in armonia con il proprio corpo non deve solo ricorrere ad uno stile di vita sano, ma deve informarsi adeguatamente sulla salute e prevenire in tempo delle patologie sempre più comuni.
I tumori femminili, ad esempio, sono un male da prevenire sin da giovani, stando ai dati che sono emersi recentemente dalle ricerche scientifiche.
Essi sono localizzati alla mammella, all’endometrio, all’ovaio e alla cervice uterina. In particolare, l’endometriosi che è una delle principali cause dell’infertilità femminile, si sta diffondendo in particolar modo, a causa di uno stile di vita più stressante. Siamo costantemente sottoposti a diverse sostanze inquinanti, al fumo, alle radiazioni e ad un’alimentazione scorretta, quindi il nostro organismo ne risulta maggiormente provato.
L’endometriosi (“endo”: dentro, “metra”: della madre, dell’utero “osi”: cronico) è una patologia femminile molto frequente e complessa, tipica dell’età fertile, caratterizzata dalla presenza di tessuto endometriale che normalmente riveste la cavità uterina, al di fuori della stessa dove forma dei noduli e delle lesioni. L’endometriosi può dare origine anche a cisti e aderenze o sviluppare focolai in organi periferici, quali i nervi. La varietà delle manifestazioni cliniche rende estremamente difficile una diagnosi precoce.
Si ritiene che dal 10 al 15% delle donne in età procreativa, la metà delle donne che non sono state in grado di avere bambini, ne sono affette. La malattia può manifestarsi presentando sintomi estremamente diversi. A volte, è il dolore a predominare sia durante il ciclo che durante i rapporti con il partner e può causare disturbi ad altri organi (ad esempio i reni o l’intestino) pur restando assolutamente non diagnosticata. La varietà delle manifestazioni cliniche spiega il perché l’endometriosi viene spesso scoperta soltanto dopo svariati anni. Una diagnosi corretta rappresenta tuttavia la condizione determinante ai fini di un trattamento efficace e predisposto al successo.
Dai dati presenti sul sito del Ministero della salute, aggiornati a Marzo 2014, emerge che il 30%- 40% di donne con endometriosi è sterile. Alcune donne scoprono di avere questa malattia, solo quando trovano difficoltà a restare incinte.
È risaputo attraverso l’informazione scientifica che i controlli preventivi per la salute di una donna debbano partire da esami specifici, dopo i 40 anni, come: lo screening al collo dell’utero, o quello mammografico per il tumore al seno, il pap test e tante altre misure di prevenzione che dovrebbero prevenire il fenomeno. Recentemente, dopo studi sul caso, è emerso che l’età di incidenza rappresentativa del fenomeno è più bassa, la campagna di sensibilizzazione è quindi rivolta ad un target femminile con età inferiore ai 40, si parla di un range tra i 20 ai 40. Ovviamente ciò non prospetta nulla di rassicurante, soprattutto quando vediamo campagne sociali, come quelle proposte dall’azienda Yamamay, che ci indicano che il tumore possa colpire donne di qualsiasi età e questo non può fare altro che creare allarmismo.
Ho intervistato il Dottor Antonio Marfella, Tossicologo-Oncologo presso l’Istituto Nazionale per la Cura dei Tumori I.R.C.C.S “Fondazione Sen. G. Pascale” I.S.D.E. di Napoli, con una specializzazione in “Igiene e medicina preventiva” che ha saputo darci maggiori spiegazioni al riguardo.
Dottore, quando una donna deve ricorrere a diagnosi preventive per mettersi al riparo dall’endometriosi?
“La donna è nel massimo della sua fertilità dai 18 ai 30 anni. Purtroppo, l’endometriosi come il cancro all’ovaio possono provocare la sterilità, indipendentemente dall’età, quindi la prevenzione è si utile, ma di certo non risolutiva. Dire “bisogna fare uno screening” ad una ragazza di 18 anni, di certo non fa altro che mettere in allarme un processo che di per sé può rivelarsi inefficace, poiché la malattia è per definizione generalizzata, colpisce donne di qualsiasi età e il fatto che sia aumentato il numero di casi, con l’abbassamento dell’età di incidenza (cioè si ammalano persone più giovani) rivela che siamo in ritardo rispetto all’evoluzione stessa dalla patologia.
Di norma, lo screening, come la mammografia, si dovrebbero fare dopo i 40 anni, ma poiché le donne più giovani hanno un carico ormonale maggiore rispetto a quelle adulte, è probabile che siano più loro da tenere sotto osservazione e magari che già colpite dalla malattia e tutta la prevenzione viene meno. Siamo come sempre in ritardo rispetto all’evoluzione della malattia, perché la campagna di prevenzione dovrebbe riguardare un target con una fascia d’età inserita in un range molto più ampio, quindi coinvolgere anche donne più giovani”
Per prevenire la malattia, quali sono i primi passi da compiere per uno stile di vita sano?
Il consiglio che do a tutte è di limitare l’uso di pillole anticoncezionali che rilasciano degli ormoni che spesso favoriscono patologie come l’endometriosi e seguire una dieta specifica che aiuta la digestione e il buon funzionamento dell’intestino.
Ad esempio, l’aumento di fibre nella dieta determina una riduzione degli estrogeni circolanti nel sangue, con un minore impatto sui tessuti estrogeno dipendenti, e scegliere tra le varianti come frumento integrale, frutta e vegetali, legumi e soprattutto riso integrale. Importante dettaglio da non sottovalutare è l’Omega 3 (lo troviamo nel tonno, nel pesce azzurro, nell’olio di oliva, negli oli vegetali e nelle noci) che riduce il livello di infiammazione addominale determinato dalla endometriosi. Da ridurre invece: latte e derivati che alimentano i processi infiammativi delle muscose gastro-intestinali, caffeina e cioccolato, nonché tutti i prodotti di soia che contengono fitoestrogeni.”

Prevenzione e lotta al tumore: l’endometriosi spiegata dal Dottor Antonio Marfella.
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