Pino Daniele e Troisi: ora davvero angeli che cercano un sorriso.

pino e troisiShock, polemiche, manifestazioni d’affetto, alcune di odio, altre di stupidità alla ricerca di un po’ di fama e anche Pino Daniele adesso fa parte degli angeli. Si presuppone passi del tempo e non se ne parli più ed invece, come tutti i più grandi talenti, non sarà così. Se ne parlerà ancora e di generazione in generazione, praticamente senza fine. Perché l’arte non muore, perché i favolosi pezzi d’autore sono rarità ed hanno pregio rilevante soprattutto quando l’artista non è più in vita, il loro valore diventa inestimabile, vanno ammirati da chi li apprezza e pure dagli incompetenti, poiché ciò che è bello è tale e non si può negare. Chi inizia il viaggio verso il cielo rimane sulla terra un po’ di sé, Pino Daniele lascia in eredità un patrimonio di canzoni unico e straordinario a coloro che restano. Mentre planava le abbiamo riascoltate più che mai, senza stancarci ed inevitabilmente non abbiamo potuto fare a meno di pensare che stava raggiungendo il suo più grande amico: Massimo Troisi.

Amici fino agli ultimi giorni di vita, si erano conosciuti alla trasmissione “Non stop” ma come dicevano loro sembrava si conoscessero da tempo, amicizia che li ha portati anche alla collaborazione artistica facendo nascere alcuni dei motivi più belli che si possano apprezzare, un sodalizio meraviglioso creato dall’incontro delle parole di Troisi con la musica di Daniele. Insieme iniziano ad unire il loro lavoro già con l’esordio dell’attore come regista nel film “Ricomincio da tre” che, seguito dal film “Le vie del Signore sono finite”, ricorre al cantautore per le due colonne sonore. Il vero successo della loro fusione arriva però quando Massimo scrive le parole della canzone “O’ ssaje comme fa o’ core” a cui Pino dona la sua melodia ed il risultato è eccellente, una vera e propria poesia che racchiude nei suoi versi il contrasto mente-cuore, dove quest’ultimo, come accade il più delle volte, decide di innamorarsi prima ancora di consultare la razionalità, senza dare il tempo alla mente di capire se la scelta fatta sia corretta oppure no: “Tu stive ‘nzieme a n’ato je te guardaje primma ‘e da’‘o tiempo all’uocchie pe s’annammura’ già s’era fatt’ annanze ‘o core”.  Versi che fanno venire i brividi, che raccontano l’amore ed il suo essere impetuoso di fronte al desiderio. Questa canzone viene composta contemporaneamente al film “Pensavo fosse amore invece era un calesse” che termina con un altro dei pezzi più famosi di Pino: “Quando”, anch’essa ideata dalle parole di Troisi. Componimento tra i più straordinari dell’intera musica italiana in grado di unire le anime dei due artisti in un connubio incantevole. Tutto riesce bene perché, come lo stesso Pino Daniele ammetteva, Troisi lasciava campo libero e poi c’è da aggiungere che Massimo rendeva leggero e dolce anche la più elaborata delle opere come quando ospite in una trasmissione di Gianni Minà insieme allo stesso Pino Daniele, sdrammatizzando diceva: “Pino fa le canzoni, mi chiama ed io creo un film!” E tra il ridere a crepapelle di tutti aggiungeva: “ Tu basta che soffri due giorni  faje na’ canzone e tre minuti, io per fare un film e tre ore aggia suffrì da piccolino”. Accomunati entrambi gli interpreti anche dall’enorme successo riscosso nel proprio settore,  probabilmente per il fatto che ovunque andassero ad esibirsi non mancavano di originalità, in ogni posto portavano fieri Napoli, mai perdevano il loro accento natio e la loro napoletanità. Uniti sempre, anche se tante volte da lontano, fatalmente anche dallo stesso destino nello scegliere il modo per portarseli via. Ed ecco parte il “rewind”: i cori, i film, i flash mob, le lucine dei cellulari accese come candele ad accompagnare la momentanea uscita di scena. Proprio quel cuore che aveva decretato il successo stavolta si era fermato, forse pensava davvero di averli traditi ma era solo un illuso perché i due maestri sono ancora qui, continuano ad esistere nelle viscere della nostra città…Come direbbe Massimo: ”O ssaje comme fa ‘o core quann s’è sbagliato no?”…

 

 


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