In questo luglio cosi strano, il modo migliore per rilassarsi e godere della bellezza di Napoli, oltre che dell’aria frizzantina rigenerante è andare al cinema all’aperto. Ho avuto modo di vedere un film che mi ha arricchito nel modo di pensare, mi riferisco a: “ Storia di una Ladra di Libri”. Il mio parere è solo quello di una spettatrice amante del cinema, ma ovviamente non esimo dall’esprimerlo per la vostra solenne gioia. Ricordate che nel primo articolo ho parlato di cinema come forma d’esperienza di vita? In questo caso è cosi. Ecco, se non siete mai stati al parco del poggio, andateci! Un posto meraviglioso, per trascorrere una serata diversa. Le stelle sulla vostra testa e la possibilità di vedere un film utilizzando uno strumento denominato proiettore, oramai sempre più un eccezione, unico no? Poi guardare un film che ti coinvolge, spettacolare!
“Storia di una Ladra di libri” ruota intorno alla passione di una ragazzina di appena 13 anni, Liesel Meminger che ha perduto il fratellino e rubato un libro che purtroppo non può leggere. Abbandonata dalla madre, viene adottata da Ros ed Hans Huberman due persone molto generose ed umane e fin da subito verrà amata ed accolta come una vera figlia. Liesel apprende molto presto a leggere ed amare la sua nuova famiglia. La storia si ispira al romanzo di Markus Zusak, racconto di formazione ambientato durante la seconda guerra mondiale in un piccolo villaggio della Germania. Il periodo storico d’ambientazione suscita da sempre un forte interesse letterario, difatti molti sono i film ed i libri che hanno raccontato di storie di vita di quel periodo. Quello che viene messo in luce nel film è la grande forza dei sopravvissuti a quelle atroci esperienze. Mi domando, come un essere umano può arrivare a compiere tali atti di perfidia verso altri suoi simili. Il mio di sicuro è interpretabile come un forte interesse antropologico della natura umana di quei tempi. La mia domanda che rivolgo a voi lettori: “ Avete già visto questo film? Se la risposta è no, vedetelo perché di sicuro vi darà un nuovo punto di vista su quella parte della Storia della razza umana. Nondimeno “Storia di una ladra di libri” resta un film comunicativo, in grado di catturare lo spettatore e donargli un insegnamento veramente sentito. Quello che mi ha insegnato è che a volte un libro può portarti fuori dalle brutture del mondo per un po’, così come la voglia di crescere interiormente. Lo stesso lo fa per me il cinema; non metto a paragone il nostro periodo storico a quello della seconda guerra mondiale, ma il cinema rappresenta un momento di assenza da tutto, e per voi?