Grande fervore a Napoli per l’arrivo di Papa Francesco il prossimo 21 Marzo. Chissà che il saluto del Pontefice, che coincide con l’arrivo della primavera, non segni la “rinascita” della nostra città! Il Cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, negli scorsi giorni si è incontrato con il Santo Padre e assieme hanno stabilito gli ultimi dettagli della visita nella città partenopea. Sepe ha affermato che “Papa Francesco è entusiasta di conoscere Napoli e i Napoletani. Il suo desiderio è quello di essere vicino alla gente, vuole sentirli parlare, vuole rispondere personalmente ad ogni domanda dei fedeli. Sarà un incontro basato sul dialogo. Ha imparato la pronuncia esatta della frase ‘A Maronna t’accompagna’. Il Santo Padre vuole parlare a Napoli con le parole di Napoli”.
La visita avrà inizio a Scampia, in piazza Giovanni Paolo II, poi ci sarà la messa a Piazza Del Plebiscito, con tutti gli ottocento sacerdoti della diocesi e con i vescovi dell’intera regione. Subito dopo la celebrazione ci sarà il pranzo a Poggioreale, assieme ai detenuti. E in seguito verrà il momento dell’incontro con i malati al Gesù Nuovo. Infine la festa sul lungomare, un’esplosione di gioia con cui la ‘città del sole’ saluterà il Santo Padre. Ma cosa si aspetta Napoli da quest’incontro? Non tralasciando l’emozione, l’orgoglio di accogliere il Pontefice tra le vie di Napoli, di sentirlo vicino nei quartieri più difficili e nei luoghi del dolore, cosa significherà per i fedeli napoletani questa presenza del 21 Marzo? La nostra città non è solo mare, pizza e mandolino, l’allegria che la caratterizza è un semplice modo di affrontare i tanti mali che la vivono. Tra disoccupazione, organizzazioni malavitose e una crisi generale che ha investito tutti i settori da quelli meramente materiali a quelli profondamente spirituali, Napoli è ormai una città che ha perso la speranza e forse da Papa Francesco ci si aspetta proprio questo: la rinascita della speranza. L’ultima visita di un Papa a Napoli risale al 21 ottobre del 1979 e papa Wojtyla così si rivolse ai napoletani: “Il Papa è qui per incoraggiare, per invitare a non perdersi d’animo, ma bensì a guardare in avanti con fiducia. Sostenuto da convincimenti di speranza, ciascuno assolva con coraggio il proprio compito, nella consapevolezza che un tale atteggiamento richiama copiosi i doni e i conforti della divina assistenza, di cui la mia Benedizione vuol essere invocazione accorata e fervido auspicio”. Ovviamente, sarebbe ipocrita affermare che in tempi come questi basti un messaggio di speranza per risolvere tutti i problemi, ma almeno sapere che il Santo Padre prega per noi e sentirlo vicino potrebbe colmare i vuoti interiori che ci affliggono quando il mondo sembra caderci addosso. E chissà che non sia proprio la Chiesa, che ha fatto e tutt’ora fa la storia, a dare il buon esempio alle altre istituzioni!