“Ognuno è Ebreo di qualcuno” cit. Primo Levi. Quanto sono attuali queste parole vista la situazione politica di oggi?

“Ognuno è Ebreo di qualcuno”, le parole di Primo Levi sono tremendamente vere e in periodi come quello che stiamo vivendo, risuonano nella nostra mente e devono far riflettere.
Siamo davanti alla storia che si ripete, con Salvini che descrive gli immigrati come Hitler descriveva gli ebrei, un pericolo. In realtà il vero pericolo non sono gli immigrati in quanto tali come non lo sono mai stati i meridionali, ma chi tra di loro non rispetta le regole, come non le rispetta chi fino ad oggi ha lucrato e si è arricchito con questo vero e proprio traffico di vite umane.
E’ da sempre comodo fare la scelta più facile e accusare il debole e l’indifeso, muovere le masse mettendo in luce gli aspetti negativi toccando le corde della paura di un’intera popolazione che sta vivendo forse il periodo più buio dal dopoguerra.
Per anni i meridionali hanno recitato questo angusto ruolo, quello che dava problemi cosa che resta tale essendo stati definiti il cancro dell’Italia, un buco nero dove le ricchezze prodotte dal Nord vengono risucchiate. Ora invece ci hanno messo in stand-by in nome di un’altra battaglia, quella perseguita da una parte del governo attuale contro chi è ancora più debole di noi e che purtroppo sta arruolando adepti, tra i “vecchi deboli”.
E’ triste assistere ad un’intera città che si mobilita contro i  razzisti dedicati ad un giocatore di colore e allo stesso tempo inneggiare a Salvini che chiude i porti e si rende complice di un vero e proprio omicidio, perché essere umani scappati da guerre o semplicemente da posti dove la vita è solo una parola di 4 lettere senza grosso significato, non possono sopravvivere a lungo in mezzo al mare nel rigido inverno.
Bisogna riflettere su questo e chiedersi perché c’è il bisogno di prendersela con qualcuno diverso da noi, quando le spregevoli azioni che ci fanno paura sono perpetrate nello stesso modo dai nostri connazionali e concittadini.
Chi sbaglia paga, qualunque sia la sua etnia, colore della pelle o razza. Il problema è che non c’è un sistema giuridico capace di usare la giusta velocità e correttezza nell’applicazione delle leggi. Il mondo è grande e lo dobbiamo considerare, con confini sempre più larghi e flessibili, non può e non deve farci paura quello che non conosciamo.
La politica deve considerare questa migrazione di massa il problema prioritario e trovare la giusta soluzione che non è quella di abbandonare in mezzo al mare centinaia di persone, non può esserlo, siamo essere umani e dobbiamo essere umani.
La massa accusa le persone sbagliate, il pesce puzza dalla testa ed è li che si devono ricercare i colpevoli di una situazione diventata una matassa ormai troppo difficile da sbrogliare, solo perché l’egoismo di un’Europa che si definisce unita è più grande di qualunque concetto di solidarietà.
Le parole di Primo Levi sono un’enorme eredità che l’Italia e il mondo devono saper usare, perché “se comprendere è impossibile, conoscere è necessario e tutti coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo”.
Abbiamo bisogno di spegnere i cellulari e riattivare le coscienze per non ripetere gli errori e provare a riflettere cercando le risposte dentro di noi riuscendo a capire e distinguere il bene e il male scevri da odio alimentato da chi non ha avuto nessun timore ad usare lo stesso odio contro di noi. Inutile ricordare se si ripetono gli stessi errori.

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