Nuovi schiavi, 27 milioni di vittime di tratta

bea-catene-schiaviNon sono così lontani i tempi in cui John Stuart Mill scriveva un saggio intitolato “Sulla libertà” (1859), per rivendicare il diritto di ogni singolo individuo a essere sovrano di sé stesso, quando è in gioco “solo la sua persona, la sua mente ed il suo corpo”.

Nonostante l’anelito alla libertà abbia percorso i secoli e i millenni della storia umana, c’è un settore che non conosce crisi, ed è quello dello sfruttamento: più di 27 milioni di donne, uomini e bambini sono vittime di tratta.  La differenza sostanziale rispetto alla schiavitù del passato, sta nel fatto che (secondo la Dichiarazione Universale dei diritti umani), la schiavitù non è più riconosciuta dal diritto: il diritto di proprietà su una persona non può essere più rivendicato. Vi è dunque la caratterizzazione illegale di tutte le forme di schiavitù.

Stime che rappresentano purtroppo solo la punta di un iceberg, ci dicono che in Italia si è osservata una notevole coincidenza tra l’aumento dello sfruttamento e la crisi economica. Il nostro Paese ricomprende più di un terzo di tutti gli sfruttati d’Europa, nonostante ci sia stata una riforma degli articoli del codice penale sui reati di riduzione in schiavitù (art. 600, 601, 602) introdotta dalla Legge 11 Agosto 2003, n.228 che ha precisato e allargato il concetto di schiavitù a varie forme di costrizioni.

La schiavitù oggi assume le forme più disparate: la forma più diffusa è lo sfruttamento della prostituzione. Ragazze e ragazzi, nella maggior parte dei casi minorenni, provenienti da svariate zone dell’Europa dell’Est o dell’Africa, vendono il proprio corpo affidandosi nelle mani di vere e proprie organizzazioni criminali che, dando il miraggio di una nuova vita e di un lavoro dignitoso, provvedono alla creazione di documenti falsi ed esercitano un controllo serrato dal momento iniziale del loro arrivo in Italia per poi riversarli nelle strade.

Lo sfruttamento minorile, invece, rappresenta la piaga più dolorosa del fenomeno schiavista: il lavoro minorile è a buon mercato, i bambini sono facili da assoldare. Nei paesi stranieri molte bambine vengono private dell’infanzia attraverso forme servili di matrimonio, il 14 aprile, quasi 300 ragazze sono state rapite nel dormitorio del liceo di Chibok, a nord est della Nigeria da un gruppo islamico estremista denominato Boko Haram (il cui nome significa: “l’educazione occidentale è peccato”), messe all’asta per 12 dollari l’una e comprate per diventare mogli dei miliziani jihadisti. Nella speranza di esercitare una pressione da più parti sulle autorità nigeriane, spopola sul web lo slogan “bring back our girls”, “riportateci le nostre figlie”, ma è necessario un serio sforzo da parte della comunità internazionale perché le ragazze tornino in libertà.


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