A poche settimane dall’arrivo di Papa Francesco a Napoli, spunta tra le strade di Napoli, precisamente, in Via Marina, un cartellone pubblicitario di Rosso di Sera, noto brand di moda, che molti hanno definito di cattivo gusto. Nella foto campeggia una modella vestita da suora, con il capo e le spalle coperte dal tradizionale velo in bianco e nero, e con il seno coperto solo dalle mani giunte in preghiera, con tanto di rosario.
Una trovata commerciale sicuramente provocatoria, a dieci giorni dalla visita del Santo Padre, che ha destato non poche polemiche tra i cittadini napoletani. Ne abbiamo ascoltato diversi e soprattutto diversi i punti di vista dei cattolici :“- Quell’immagine offende pubblicamente la nostra religione-” dalla controparte ribattono gli atei “Libertà anche per i laici no? Premetto, lo trovo pretestuoso e furbetto il manifesto e alla fine ha ottenuto il suo scopo ma vorrei rammentare a tutti che siamo ancora in una Repubblica laica, dove la censura non c’è e soprattutto dove il rispetto è dovuto a chi crede, qualsiasi sia la sua fede e a chi non crede”.
L’azienda Rosso Di Sera si difende:“Intendiamo chiarire che tutto desideriamo fuorché mancare di rispetto alla visita del Santo Padre prevista il prossimo 21 marzo in città, anche perché lo scatto è stato realizzato diverso tempo fa. Riconosciamo di aver fatto una scelta di marketing forte ma non c’è nessun intento blasfemo. L’essere dissacranti non vuol dire non avere una sacralità, significa fare delle scelte anche impopolari ma nelle quali crediamo molto. Anche sulla partecipazione di Suor Cristina a ‘The Voice’ vi furono molte polemiche eppure la sua figura ha avvicinato molto i ragazzi alla Chiesa. La modella del nostro manifesto stringe un Rosario e prega, e se è vero che c’è un effetto “vedo non vedo” è vero anche che non si intende in alcun modo banalizzare l’atto della preghiera. Rivendichiamo dunque la nostra scelta e ci dispiace profondamente essere accusati di cose assai lontane dai nostri valori e dalla nostra cultura. Riteniamo altre-sì che sia giusto attendere il parere dell’ Istituto Autodisciplina Pubblicitaria (Aip), ente titolato a decidere sulla rimozione dei manifesti. Finora non ci è stato notificato nulla“.