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Napoli. Il 16 gennaio “Notte Nazionale del Liceo Classico”

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locandina_la_notte_nazionale_del_liceo_classicoAlessandro Piperno, scrittore e professore universitario, si chiede se la cultura classica, che vive una stagione di grave declino, possa svolgere ancora oggi una funzione strutturante. Si domanda, per la precisione: “chi lo dice che leggere e scrivere sia la cosa giusta da fare? Che provare a coltivare la tua intelligenza sia di per sé un valore? Che basti a renderti un individuo migliore, quando si sa ormai per esperienza che i capolavori intellettuali e artistici non sembrano rendere la società e gli uomini più umani, giusti e clementi?”. Saggi interrogativi ai quali dà, in conclusione, una risposta (direi) ovvia e cioè che: “da Dante a Shakespeare a Proust, i grandi della letteratura servono per orientarci e farci riscoprire qualcosa di noi stessi”. Perché, dunque, non ricordalo con un evento di risonanza nazionale, una “notte bianca” magari, dedicata alla cultura classica nelle sue infinite espressioni?! E’ ciò che accadrà a Napoli e in molte altre città d’Italia con l’evento “Notte Nazionale del Liceo Classico”, il 16 gennaio, dalle ore 18 alle ore 24. La manifestazione nasce da un’idea di Rocco Schembra, docente di latino e greco presso il Liceo Classico Gulli e Pennisi di Acireale (CT), in risposta alle aspre polemiche che negli ultimi tempi hanno investito lo storico indirizzo di studi del nostro sistema scolastico. A Napoli apriranno le loro porte i licei G. B. Vico, G. Garibaldi, Sannazaro, Vittorio Emanuele II, Pansini. Si terranno incontri, dibattiti, spettacoli, concerti, letture, mostre fotografiche, proiezioni, degustazioni, collegamenti in diretta attraverso Skype con tutti i licei classici partecipanti. A chiudere il momento culturale, a Napoli e in tutto il Paese, la lettura, in greco e in traduzione italiana, del “Notturno” di Alcmane, lirico greco del VII sec. a.C.. Un testo immaginifico, in cui la notte non è vista solo come segmento della giornata, ma in senso metaforico, come fine della vita umana, come morte. Uno dei primi notturni della letteratura occidentale, uno dei più concisi ed efficaci. Di seguito il testo:

“Dormono le cime dei monti”

Dormono le cime dei monti
e le vallate intorno
i declivi e i burroni;
dormono i rettili, quanti nella specie
la nera terra alleva,
le fiere di selva, le varie forme di api,
i mostri nel fondo cupo del mare;
dormono le generazioni
degli uccelli dalle lunghe ali.

(traduzione di Salvatore Quasimodo)

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Giovane redattrice e membro della Croce Rossa Italiana. Appassionata di lettura, teatro e jazz, nel corso dei miei studi universitari alla Facoltà di Giurisprudenza ho, altresì, maturato uno specifico interesse per il tema dei diritti umani. Scrivo con lo sguardo rivolto, sempre, allo scenario internazionale. Legata alla figura autorevole di Oriana Fallaci, sprone ed esempio di coraggio, ho abbracciato un suo pensiero: “Se sono brava non lo so, lavoro duro, lavoro bene. Ho dignità. Ho una vita per dimostrarlo”.