A trent’anni dalla sua scomparsa, il sempiterno mito di Eduardo De Filippo rivive in un’imperdibile mostra allestita a Napoli, precisamente nella cornice della Basilica di San Giovanni Maggiore. L’ evento, gratuito, si svolgerà fino al 29 giugno, dal lunedì al sabato, dalle ore 10 alle 13:30 e dalle 15:30 alle 19. La mostra, dal titolo “Eduardo…luoghi, vita, opere”, organizzata dalla Fondazione De Filippo, dalla Fondazione dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Napoli, in collaborazione con il Cardinale Crescenzio Sepe, ci consente di rievocare la magia dei luoghi calpestati dal grande attore, drammaturgo, regista e poeta.
Nel sacrale sito della Basilica sono ricostruiti il camerino di Eduardo, identico a com’era cinquant’anni fa nel Teatro San Ferdinando, il suo teatro, con baule-armadio e cassettiera, gli abiti di scena, trucchi, programmi, locandine, manoscritti. Messi in esposizione, anche, oggetti di scena cari al pubblico, come il “cuppulone” di Pulcinella, gli occhiali e i guanti utilizzati in “Natale in casa Cupiello”, le calzature usate nelle commedie, baffi e parrucca finti.
Emozionanti le foto, alcune inedite, scattate da Garofalo, suo fotografo dal 1970 al 1982, che lo ritraggono sia solo che in compagnia di personaggi del calibro di Vittorio De Sica, Anna Magnani, Pupella Maggio e i fratelli Peppino e Titina. Vi è, inoltre, una sala in cui vengono proiettati alcuni video con protagonista Eduardo e tratti dalle sue commedie più conosciute. Il prossimo 31 ottobre, giorno della morte di De Filippo, sarà, poi, inaugurato il camerino originale all’ interno del Teatro San Ferdinando. Possiamo, dunque, ritenere questa mostra un dovere culturale, un atto dovuto, dovuto al suo talento, alla sua capacità di rappresentare vividamente i drammi e le verità del suo tempo, e ancora attuali.
Attore celebre, autore rappresentato in tutto il mondo, nonostante le sue opere siano scritte in dialetto napoletano. Apprezzato da giovane, mito vivente da vecchio. Un uomo che affrontava la vita con pura filosofia teatrale. Famoso, infatti, è un suo pensiero: “Lo sforzo disperato che compie l’uomo nel tentativo di dare alla vita un qualsiasi significato è teatro”.