Napoli. Detenuti in visita al Mann

Il 2017 a Napoli è scoppiato in iniziative culturali magnetiche: mostre, eventi, tour. C’è grande fermento e una voglia sempre più grande di “dare aria” alla bellezza del territorio. A rendere tutto questo ancor più sorprendente è l’acquisita consapevolezza della funzione sociale della cultura, del suo valore quale strumento di formazione delle coscienze e delle identità. L’idea che si ha della cultura, infatti, influenza notevolmente le politiche culturali. Essa è utile al singolo e alla comunità, utile a produrre maggiore coesione sociale, utile a produrre innovazione.

 

Cavalcando l’onda del “riscetamento” culturale, ieri, in una iniziativa senza precedenti, il Mann di Napoli ha aperto le porte a 12 detenuti di Poggioreale.

 

Il tour per le sale del Museo Archeologico, dalla sala egizia aperta pochi mesi fa alle statue della Collezione Farnese, passando per gli affreschi pompeiani,  è partito alle ore 10.30 di martedì (giorno di chiusura) e per molti dei detenuti si è trattato della prima volta in un luogo della cultura. “L’evento, organizzato assieme allo staff del penitenziario, in collaborazione col giornale “Il Napolista”, i Servizi didattici ed il progetto Obvia, coordinato da Daniela Savy, non sarà l’unico ed ultimo”, assicura Paolo Giulierini, direttore del Mann.

 

Pure Antonio Fullone, direttore del carcere di Poggioreale, è intervenuto spiegando il senso dell’iniziativa.  Si legge su Ansa.it: “Non solo con la cultura si costruisce il reintegro sociale, ma di certo questa fa recuperare una parte della coesione sociale. E’ importante conoscere la propria storia e avere consapevolezza della comunità a cui si appartiene. Per questo abbiamo aderito all’iniziativa, scegliendo persone che hanno già avuto esperienze di permessi premio e quindi potessero venire liberi e con le famiglie”.

 


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