L’Orientale di Napoli e i dubbi sull’algerino partito verso la Libia.

Isis-manuale-per-terroristiIl governo italiano qualche settimana fa ha chiuso l’ambasciata italiana a Tripoli. La decisione è stata presa dopo che il gruppo islamico ha divulgato un video in cui avvertiva:” Siamo a Sud di Roma”. Il presidente del consiglio italiano Matteo Renzi ha risposto minacciando un’azione militare.” Non importa che l’Italia abbia solo cinquemila soldati disponibili e che il bilancio per la difesa sia stato tagliato del 40 per cento. Tutto questo rende difficile per l’Italia guidare qualsiasi missione, specialmente se si tratta di sfidare un nemico come lo stato islamico. Mentre tutti i media di comunicazione di massa preparano il terreno ideologico su cui legittimare il prossimo intervento dell’organizzazione estremista islamica, non sono passate inosservate alcune news sulla rete, secondo le quali nell’Università Orientale di Napoli abbia studiato un terrorista dell’ISIS, autore di un manuale jihadista reperibile su internet e dal titolo «Lo Stato islamico, una realtà che ti vorrebbe comunicare». Il quotidiano di Roma Il Tempo, ha pubblicato che, in base a certe “fonti interne alla comunità islamica”,  K.H, un algerino di 37 anni, “potrebbe essere partito verso la Libia per dare manforte all’estensione del Califfato” (di cui ancora oggi si ignorano i capi effettivi e i suoi finanziatori), ma solo dopo essersi iscritto e formato all’ex facoltà di Studi arabi dell’antico e nell’ importante istituto universitario napoletano. Il prof. Roberto Tottoli, docente di Islamistica, capo del Dipartimento Asia Africa e Mediterraneo, ha così espresso il suo parere: «ogni anno si contano 300 matricole nei corsi di arabo, di cui meno del 5% di origine straniera. Ma non tutti frequentano le lezioni». Analizzando i dati sugli iscritti universitari Tottoli allontana ogni dubbio: «escluderei che l’Orientale possa essere il luogo di aggregazione per arruolare terroristi, per il numero ridotto di studenti quale obiettivo della propaganda. Salafiti e jiadisti non si sono mai visti nelle nostre aule». A sostenere questa tesi c’è anche il prof. Agostino Cilardo, docente di Diritto Islamico, che precisa: «un manuale di quel tipo è totalmente fuori dagli schemi e dai rapporti normali tra religione islamica e Stato Italiano. La situazione deve essere presa ad esempio per evitare che si cada in un madornale errore, ossia quello di un’errata associazione tra terrorismo e religione». Gli interventi dei due docenti servono ad allontanare qualsiasi dubbio sul fatto che: “L’Orientale” di Napoli è una fucina del terrorismo islamico in Italia, un campo fertile per arruolare terroristi.  L’Università Orientale, in quanto porta di accesso del mondo occidentale a quello orientale, nasce come un luogo dove potersi formare liberamente, a prescindere dalle appartenenze religiose, per dare maggiore spinta ai processi di integrazione sociale e culturale tra popoli, lingue, tradizioni e culture diverse, aperta al rinnovamento e al progresso, che rifiuta l’odio razziale e ripudia l’intolleranza di qualsiasi forma essa sia. L’Islam è una religione come le altre, mentre l’ISIS è solo un gruppo isolato di fanatici fondamentalisti, che non ha alcun riscontro nemmeno nel mondo islamico. Accostare l’Islam all’ISIS è un’identificazione malata, schiava di ignoranza e pregiudizi che offendono la cultura di un intero popolo. Smantellata quest’ultima trovata mediatica, questa enorme bufala sull’Orientale ritengo che ognuno di noi ha diritto di vivere liberamente il proprio credo religioso, senza subire discriminazioni di alcun genere. Gli estremismi di ogni genere, che non hanno a che fare con la religione in sé e che propugnano odio e violenza, possono essere presenti in qualsiasi università italiana e non. Quindi trovo ingiustificata questo accanimento nei confronti di un’Università che permette la fusione di diverse dimensioni culturali.

 


Pubblicato

in

da