L’incantevole viaggio nei palazzi storici di via Toledo.

palazzo_zevallos_escalierPalazzo Zevallos Colonna di Stigliano sorge lungo via Toledo, l’asse stradale voluto nel 1536 dal vicerè don Pedro de Toledo e definita da Stendhal “la più popolosa e gaia dell’universo”. Via Toledo rappresenta uno spaccato della vita sociale, mondana e storica della città di Napoli. Fu costruita all’interno di un piano urbanistico più complesso che prevedeva l’abbattimento delle antiche mura aragonesi, la realizzazione della nuova città lungo l’asse nord orientale per soddisfare le esigenze dell’accresciuta popolazione, lo spostamento del centro di potere con la costruzione del palazzo vicereale che nacque come bastione difensivo per gli attacchi che provenivano da mare (divenuto poi Palazzo Reale) e la costruzione dei noti Quartieri Spagnoli che altro non erano se non acquartieramenti militari costruiti secondo l’impianto di un castrum romano. A partire dal XVI secolo la città mutò completamente, e come successe anche nei secoli successivi, con varie politiche agevolate per chi viveva nella capitale, la popolazione aumentò a dismisura e chi viveva nelle campagne o in provincia, comprò lotti di terra, prima soprattutto appannaggio dei conventi, per costruire i propri palazzi. Si diffuse un nuovo tipo di abitazione: la casa palazziata. L’aristocrazia pur continuando ad abitare nei palazzi isolati, spesso si limitò ad occupare solo il primo piano destinando gli altri all’affitto. Questa era la tipologia dei palazzi di via Toledo, che nei secoli mutarono a causa o di calamità naturali come i terremoti, o per la moda dell’epoca o semplicemente per il cambio dei proprietari che volevano imprimere il proprio gusto personale. Lungo quest’arteria, oggi popolatissima da locali e botteghe di ogni tipo sorge Palazzo Zevallos Colonna di Stigliano. Il primo edificio fu costruito nel tardo Cinquecento ed ebbe come primo proprietario un ricco uomo di affari di origine spagnola Juan Zevallos. Come spesso accadeva, una volta che una famiglia andava in miseria, i palazzi venivano venduti. Di seguito infatti, il palazzo passò nelle mani di un mercante fiammingo, Giovanni Vandeneynden che commissionò il rifacimento barocco del palazzo a Cosimo Fanzago. Tramite varie politiche matrimoniali, fu l’ora della famiglia Colonna di impossessarsi del palazzo e ad essa rimase fino al 1830. L’assetto che oggi si nota è proprio quello dettato dal gusto neoclassico di fine Settecento e inizio Ottocento. I Colonna cancellarono completamente l’apparato decorativo barocco, compresi gli affreschi di Luca Giordano del piano nobile. Al nuovo assetto neoclassico lavorò soprattutto Giuseppe Cammarano realizzando una tipica partitura ornamentale con figure e scene mitologiche tra fiori e foglie riprendendo i modelli degli affreschi Pompeiani ed Ercolanensi. Il palazzo verso fine Ottocento fu comprato dal Banco di Napoli che chiuse il cortile interno realizzando il salone centrale della banca e coprendolo con vetrate in stile liberty. La banca acquistò varie opere d’arte che facevano parte della collezione dei possedenti della struttura. Oggi quest’ultima è sede di Intesa San Paolo, ma soprattutto al piano nobile sorge dal 2007 una Galleria museale, distribuita in poche stanze ma dal valore inestimabile attraverso un percorso storico artistico che va dal Seicento al Novecento napoletano. Si ritrovano opere di Luca Giordano, Solimena, Stanzione, Preti, artisti della Scuola di Posillipo e di Resina, le sculture e i disegni di Vincenzo Gemito. Il fiore all’occhiello di questa galleria è l’ultima tela del Caravaggio, che realizzò poco prima di morire, “Il martirio di Sant’Orsola”.


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