Le pagelle di Napoli – Inter

di Emanuele Barbato – Né vincitori né vinti in questo scontro di fuoco rutilante. Con l’1-1 alla fine delle ostilità, Napoli ed Inter si dividono la posta in palio. Ottimo il primo tempo dei partenopei chiusosi in vantaggio grazie alla realizzazione del capitano Insigne che trasforma dagli undici metri. Convincono meno i secondi quarantacinque minuti figli di un evidente calo fisico. Appena il tempo di rientrare dagli spogliatoi che gli azzurri si fanno agganciare dagli ospiti dopo una fortunosa e rocambolesca azione da cui nasce il gol di Dzeko. Il bosniaco conclude, da due passi, alle spalle di Ospina, dopo essersi ritrovato a disposizione lo stesso pallone precedentemente colpito di testa, su cross di Lautaro, prima sbattuto sul piede del malcapitato Di Lorenzo e poi sulla coscia di Koulibaly. La qualità dell’Inter si fa sì sovente ma le migliori occasioni sono del Napoli. Handanovic compie almeno due prodigi impedendo la festa al ‘Maradona’. Discorso scudetto rimandato, e Milan che si sfrega le mani. 
OSPINA 6.5: la sua affidabilità non fa notizia. Irradia serenità al suo reparto. Può poco o nulla sul gol di Dzeko. Nervi saldi.
DI LORENZO 5.5: è andato calando. Soffre le intelaiature imbandite dalla catena mancina nerazzurra. Perisic, ogni tanto, se lo beve. Colpevole, più che altro per sfortuna, del gol di Dzeko. Sotto tono.
RRAHMANI 6.5: pulito e solerte in copertura, impreziosisce la prestazione con un paio di colpi di testa ad impensierire Handanovic. Con KK al fianco, diventa tutto più semplice. 
KOULIBALY 7: ritorna titolare dopo i fasti in Coppa d’Africa, lo fa con tanto di marcia solenne a suon di fanfare. Contrasti in scivolata, di quei suoi soliti,di quelli impeccabili ed eleganti, ve ne sono stati a bizzeffe. Muro di cinta.
MARIO RUI 5: quando, dalle sue parti, gli avversari mettono il turbo, lui va in bambola. In preda spesso alla confusione. Farraginoso.
FABIÀN-LOBOTKA 6.5: il primo strappa, il secondo è collante. Lo spagnolo dà aria, e quando può serpenteggia in avanti; lo slovacco argina, eppoi ricama di trama e d’ordito. Si compendiano.  (Anguissa s.v.)
POLITANO 6: col poco tempo a disposizione, è riuscito a disturbare Perisic e Dimarco più di quanto abbia fatto un ELMAS 5 impacciato e spaesato.
ZIELINSKI 6: di suoi spunti interessanti, e di sue conclusioni velenose, ce ne sono, ma tende – come ormai da consuetudine – ad adombrarsi. Dalla vitalità caduca. (Ounas s.v.) INSIGNE 6.5:  il mezzo voto in più è per il gol che gli permette di diventare il terzo marcatore “all-time” del Napoli. Per il resto, non osa. Prova sporadicamente l’uno contro uno, tende più ad accentrarsi a mo’ di regista, e senza verticalità rende meno fluida e più prevedibile la manovra. Qualche colpo di fantasticheria da lui la si attende. (J.Jesus s.v.)
OSIMHEN 7-: gli è mancato solo il gol a questa furia capace di rendere la vita difficile a chiunque provi a marcarlo. Il rigore se lo procura da solo grazie alla sua scaltrezza e furbizia, da attaccante navigato. Una vera spina nel fianco. (Mertens s.v.)
SPALLETTI 6.5: la sua squadra gioca bene, accorta, ben disposta in campo. Pochi intervalli d’erba tra i reparti, buona la fluidità della manovra, interessante la ricerca della verticalizzazione improvvisa a saltare almeno due blocchi. Il sette non arriva per lui perché il secondo tempo degli azzurri è andato sempre più scemando, più per calo fisico – a dire il vero – ché per abnegazione ed attenzione sempre messe a disposizione del mister.


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