Ero piccolo e il nonno per intrattenermi mi faceva un gioco con le dita: se le incerottava di colori diversi e con un tocco di magia, all’epoca sembrava quello, le faceva sparire accompagnando il gesto con la filastrocca Gigino Gigetto, va Gigino torna Gigetto.
Questo motivo mi ha accompagnato per molti anni a venire, e nel periodo delle elezioni, mi ritorna tremendamente attuale (ndr).
Ne conosciamo tanti di Gigino e Gigetto, vanno e tornano con altri colori e come a Carnevale, tra l’altro appena passato ma che in politica dura tutto l’anno, si travestono e indossano una maschera ma sono sempre gli stessi con gli stessi interessi personali di sempre. Ancora una volta nessuno penserà alla città, ormai da mesi, dal 30 Dicembre, si pensa alle alleanze, agli schieramenti, ma solo per il tornaconto personale. Già si registrano le storielle su voti di scambi, cene pagate e consumazioni al bar, nella piena tradizione del voto in Italia, dove gli elettori vengono trattati da stupidi. Una parte di me, quella più romantica, non crede a tutto ciò, l’altra quella razionale ed esperta, sa che è tutto plausibile per questi personaggi che siamo abituati a vedere tra di noi. Girano tra di noi, con la maestria dei camaleonti, da attori navigati che sanno recitare le varie parti con i tempi giusti: il teatro, arte nobile, al servizio di attori mediocri.
Le notizie provenienti dai salotti casoriani, parlano di tre grossi schieramenti, da una parte, una serie di liste civiche che correranno insieme a Campania Libera, con la regia di Tommaso Casillo, dall’altra, il PD prova a risorgere dalle ceneri nazionali e dalla débâcle politica cittadina della vecchia amministrazione caduta sotto i colpi degli ex-consiglieri, ex amici, ex compagni di viaggio, candidando proprio l’ex sindaco Fuccio e dulcis in fundo, il centro destra che ricompatterebbe le vecchie alleanze tra Forza Italia e Fratelli D’Italia con le new entry di Nocera con “Noi campani”, Lega e UDC con la neo nomina del coordinamento cittadino. L’outsider è ancora una volta Il Movimento 5 Stelle, che sembra aver perduto appeal dopo la dimostrazione a livello nazionale delle effettive capacità di governo. Alle promesse e ai nobili intenti non sono seguiti sempre i fatti e anche le manovre attuate, sembrano non avere le necessarie e solide fondamenta. Il progressivo e continuo cambio di indirizzo politico di Di Maio sta snaturando il movimento e le convinzioni di chi aveva depositato tutte le speranze in esso e non sta contribuendo alla crescita ma alla perdita di consensi a vantaggio della lega di Salvini che proprio grazie al movimento è riuscito a salire al potere e a governare molto più del movimento stesso. Il movimento è stato il cavallo di troia della lega che facendo leva sulla rabbia, la paura, la delusione e non ultimo per ordine di importanza, sull’ignoranza, è riuscita ad entrare a gamba tessa sulle questioni più spinose degli ultimi anni, seminando odio e pregiudizi contro le categorie più deboli.
Da qualunque lato si guardi la vicenda, sembra la solita accozzaglia di facce note alla ricerca di soluzioni alle vicende personali.