Un passaggio nella villetta di Padre Miano alla Cittadella, su segnalazione di un cittadino, ci ha posti davanti ad uno scenario sconfortante.
Le immagini raccolte sono quelle di un luogo lasciato all’abbandono ed al graduale degrado, dove l’incuria e la mancanza di controlli vengono spalleggiate da inciviltà e mancanza di rispetto verso la res pubblica da parte di alcuni usufruitori.
Esternamente la villetta, che si presenta con uno sbalzo rispetto alla sede stradale di circa un metro e mezzo, è costeggiata da un marciapiede per consentire un agevole accesso ai pedoni ai varchi d’accesso. Cartacce, erba e bottiglie abbandonate in bella vista facevano da decorazione al marciapiede; dei cancelli d’ingresso l’unico aperto era divelto con i cardini spezzati e poggiato per metà al muretto di cinta, mentre a coprire l’altra metà della rampa d’accesso un grosso bidone verde ed una brace abbandonata.
Inutile dire che una carrozzella o un passeggino di lì non ci passerebbero mai.
Entrati nella villetta, accumulati in un angolo, saltano subito agli occhi i resti di due alberi tagliati nella fatidica serata ventosa della scorsa settimana. Tronchi, rami e ramoscelli dei due alberi “mutilati”, così li definisce il cittadino che li ha segnalati, giacciono pericolosamente ancora li.
Addentrandoci nella villetta scorgiamo altri piccoli mucchietti di rami spezzati ed aghi di pino lasciati qua e là nei vialetti di passeggio. Escrementi di animali scope e secchi stazionano stabilmente in quello che originariamente fu concepito come un campo da bocce.
Quello che resta delle giostrine è un triste ricordo di un divertimento per bambini, piuttosto ora sembrano strumenti di tortura medievali. Cavallucci la cui seduta è piena di acqua stagnante e sudiciume, giochi a molle con animaletti decapitati o totalmente distrutti, scivoli sporchi ed inagibili ed altalene inutilizzabili per pericolosità, poca sicurezza, e sporcizia.
L’unica altalena alla quale un bimbo potrebbe approcciarsi senza correre palesi rischi è contornata da feci canine abbandonate da qualche primitivo padrone di cane per il quale capire chi tra lui ed il suo amico quadrupede è più bestia è cosa ardua.
Nessuna pulizia, nessun controllo, nessuna vigilanza fanno di questo luogo, nato con nobili intenti, una discarica di bisogni animali, rifiuti di genere diversi e purtroppo anche di sogni.
Tornare sul mancato funzionamento della, tanto decantata, casetta dell’acqua come segno di civiltà è ormai superfluo e ripetitivo.
Fa male al quartiere, fa male ai bambini ed offende la memoria dell’uomo al quale fu intitolata lasciare in questo stato pietoso la villetta, l’unico polmone di verde in un mare di cemento, l’unico luogo dove persone tagliate letteralmente fuori dal contesto del quartiere a causa delle rampe d’accesso e dei cavalcavia potrebbero portare i propri figli o passare qualche minuto tranquilli.
Null’altro si chiede se non un barlume di rispetto e dignità sia alle istituzioni che non intervengono sia ai vandali che la deturpano.