Oggi, 27 gennaio ricorre il Giorno della Memoria, che a livello internazionale ricorda la Shoah, lo sterminio degli ebrei da parte dei nazisti durante la seconda guerra mondiale. In Italia è stato istituito con legge dello Stato il 20 luglio del 2000.
Un fatto storico orribile, oltre 15 milioni di morti di cui 6 milioni di ebrei e poi rom, disabili, neri, omosessuali e diversi altri; portati nei campi per il solo essere antinazisti.
Un evento il cui ricordo ogni volta ci lascia sgomenti davanti alla domanda; perché? Come è potuto accadere che deliberatamente degli uomini potessero uccidere altri uomini o lasciarli morire di fame e stenti solo per motivi politici?
Lo stesso termine: genocidio, ovvero la sistematica distruzione di una popolazione, una stirpe, una razza o una comunità religiosa è associato dall’opinione pubblica alla Shoah.
In pochi sanno però che termine è stato coniato dal giurista ebreo Raphael Lemkin per definire il massacro degli armeni avvenuto nel 1915 per mano dei turchi. Un genocidio che ha fatto oltre un milione e mezzo di morti.
Eppure è un genocidio che non tutti i paesi del mondo riconoscono. Tra quelli che non lo riconoscono c’è proprio Israele che teme la rottura diplomatica con la Turchia.
È proprio vero che anche per scrivere la storia bisogna avere la fortuna di stare dalla parte giusta, quella dei vincitori. Eh sì, perché quasi nessuno mai racconta la storia dei vinti.
Ecco che nessuno racconta la storia del genocidio degli ucraini, quasi cinque milioni di persone lasciate a morire di fame per la confisca del cibo voluta da Stalin.
Oppure le epurazioni dei cambogiani compiute dai Khmer Rossi di Pol Pot; il massacro degli hutu e tutsi in Ruanda. Per non parlare del massacro dei contadini meridionali in Sicilia e Calabria; per mano dei piemontesi che uccidendo, violentando le donne, saccheggiando e bruciando case, unificarono l’Italia lasciandosi dietro decine di migliaia di morti. Solo alcuni degli olocausti dimenticati dalla storia.
Se è vero, tremendamente vero, che la Shoah è il genocidio che ha avuto il numero maggiore di morti e pur vero che i morti sono tutti uguali. Ed è forse giusto che il mondo, per prima la civilissima Italia, faccia i conti con la propria coscienza e riconosca la memoria di tutti i genocidi della storia.
Compreso il genocidio che accade ancora oggi nel nostro mar Mediterraneo in cui dal 2013 ad oggi sono morti oltre 19mila migranti. Donne, uomini, bambini per i quali se continueremo ad opporre la sola burocrazia europea alla necessaria pietà umana prima o poi la storia ci chiamerà a renderne conto.