Il Garante per la protezione dei dati personali “ha disposto nei confronti di Tik Tok il blocco immediato dell’uso dei dati degli utenti per i quali non sia stata accertata con sicurezza l’età anagrafica“. Lo annuncia una nota dell’Autorità, che “ha deciso di intervenire in via d’urgenza a seguito della terribile vicenda della bambina di 10 anni di Palermo“. Cos’è Tik Tok? Noto anche come Douyin in Cina, è un social network lanciato nel settembre 2016, inizialmente col nome musical.ly. Attraverso l’app, gli utenti possono creare brevi clip musicali di durata variabile, fino a 15 o fino a 60 secondi ed, eventualmente, modificare la velocità di riproduzione, aggiungere filtri ed effetti particolari ai loro video. Qualche giorno fa una ragazzina è deceduta, probabilmente, partecipando ad una challenge, ovvero una sfida, una gara. Qualche nome? Blue whale, Black out, Chocking game, Pass-out game, Knock out challenge, Batmanning, Eyeballing, Bird box challenge, Skullbreaker challenge, Jonathan Galindo, Hanging challenge ed altri, verosimilmente, si aggiungeranno ad una lista già ben nutrita. Perché mai un ragazzino trova emozionante comprimersi la carotide o tagliarsi le vene o salire sul tetto di un palazzo ed arrampicarsi sul cornicione o dare un pugno ad uno sventurato che passa per strada o andarsene in giro vestiti solo di una camicia da notte bianca col volto coperto dai capelli o appendersi a testa in giù come un pipistrello, facendo leva sui cartelli stradali o sui tubi del riscaldamento o gettarsi la vodka negli occhi o camminare ad occhi chiusi o guidare un’auto senza guardare? Plausibili risposte: novità, emulazione, rilassamento ed euforia, partecipazione a riti d’iniziazione, delirio d’onnipotenza, rottura della ripetitività della quotidianità, etica del vanto. Cosa fare? Parlare ai ragazzi delle nuove sfide che girano in rete così che non ne subiscano il fascino se ne vengono al corrente da coetanei o sui social network; assicurarsi che abbiano chiaro quali rischi si corrano; monitorare la navigazione e l’uso delle app social; segnalare subito challenge a commissariatodips.it; tenersi sempre aggiornati sui nuovi rischi in rete con gli alert che vengono pubblicati sul portale commissariatodips.it e sulle pagine Facebook Una vita da social e Commissariato di PS Online. Comportamenti validi, virtuosi ed irreprensibili, certamente; tuttavia occorrerebbe riflettere su ragioni tristissime e riguardanti fragilità del tessuto sociale tutto in cui gli strumenti tecnologici assumono la funzione d’una zattera in un oceano di competizione e scarsa cooperazione, in cui la trasgressione accresce l’autostima ed il dopante è il numero di followers. E che naufraghi siamo tutti, grandi e piccini.
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