La Gaiola, la più piccola isola di Napoli

20160207_095757La Gaiola, in dialetto “a’ Caviola”, dal latino piccola grotta, deve il suo nome attuale alle cavità del litorale tufaceo della costa di Posillipo, a cui in origine era legata. Ancora oggi infatti, per raggiungerla dalla costa bastano poche bracciate di nuoto. Anticamente fu nota come Euplea, appellativo usato per la dea Venere, protettrice dei naviganti, un cui tempio sorgeva proprio sull’isoletta. Riconosciuta come la più piccola delle isole minori di Napoli, oggi di proprietà della Soprintendenza archeologica che collabora con il Centro studi interdisciplinari Gaiola Onlus, è legata profondamente alla memoria e tradizione degli abitanti del posto. La sua sommità era sparsa da sempre di resti di fabbrica di epoca romana ma è stata abitata da numerose personaggi legati al panorama imprenditoriale e non. Ad esempio all’inizio del XIX secolo era abitata da un eremita, noto come lo Stregone, il quale viveva delle elemosine che i pescatori lasciavano nella cesta appesa ad una statua di San Francesco. Dopo la morte dell’eremita, i pescatori continuarono a portare doni, il cui ricavato dalla vendita veniva utilizzato per beneficenza, legando per sempre la figura del santo a questo luogo insolito e misterioso. Misteri che continueranno negli anni, attraverso tutta una serie di vicende drammatiche legate ai nuovi abitanti dell’isoletta. Sorse infatti una villa signorile a metà del XIX secolo, di proprietà prima di Norman Douglas, autore della Terra delle Sirene, in seguito del tedesco Hans Braun trovato morto avvolto in un tappeto insieme alla sua compagna annegata per il cedimento della corda teleferica. Sorte non piacevole ebbe anche il farmaceutico Sandoz, morto suicida, o il proprietario seguente Paul Karl Langheim, industriale tedesco andato in lastrico. Appartenne anche a Gianni Agnelli, che fece realizzare un eliporto, a Paul Getty, ricattato dal nipote, e infine a Grappone, coinvolto nello scandalo delle assicurazioni. Si racconta quindi che esista una vera e propria maledizione per quest’isoletta, amata e temuta da chiunque la studi o la visiti. Tra le numerose leggende, si racconta dello spirito di Lucietta, la donna annegata per il cedimento della corda teleferica, che ancora oggi, nelle notti di tempesta , aleggerebbe sull’isoletta in cerca della sua pace.


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