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La festa del papà e la famosa “zeppola di San Giuseppe”.

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IMG_1174Finalmente è arrivato anche il loro momento, i papà, una figura in genere un po’ oscurata da quella predominante della mamma, sono i protagonisti in un’occasione tutta loro dedicata, il 19 marzo il calendario celebra questi pilastri fondamentali della famiglia. Ricorre, tra l’altro, il giorno della commemorazione di San Giuseppe che rappresenta il papà per eccellenza. Biglietti, regali, fiori, poesie e sorprese fanno solo da contorno a questo momento, perché gira e rigira ancora una volta è il cibo a rubare la scena, per la precisione una specialità che non può che deliziare i nostri palati : “la zeppola di San Giuseppe”. Il suo nome prende spunto proprio da questa solennità che di certo aveva bisogno di “qualcosa “ di gustoso che rendesse il tutto ancora più dolce. Fatta di ingredienti semplici quali farina, zucchero, uova, burro e olio di oliva, diventa meravigliosa guarnita di crema pasticcera, amarene e zucchero a velo. Trae le sue origini già dall’antica Roma quando, durante una festa dedicata alle divinità del vino e del grano, si preparavano frittelle di frumento, direi una sorta di antenate della versione attuale di cui noi oggi godiamo, le quali vengono omaggiate pressappoco negli stessi giorni di allora. Di queste ultime si suppone che la ricetta sia nata proprio nei quartieri di Napoli già nel lontano 1837, in fondo noi partenopei non manchiamo certo di bravura e fantasia. La scelta di tale data per darle maggiore risalto però va associata probabilmente anche ad altre motivazioni, si pensa si sia optato anche per il fatto che un tempo in questo giorno si celebrava la fine dell’inverno e, per salutarlo, venivano accesi dei grandi falò ed ancora una volta preparate “frittelle”. Si racconta addirittura che in genere i bottegai erano soliti predisporsi con tutto l’occorrente fuori alle loro attività e si esibivano davanti ad un pubblico ammirato nella realizzazione di questo dolce straordinario, mettendo in scena un vero e proprio spettacolo. Non solo la nostra città, però, predilige questa squisitezza, anche il resto dell’Italia ne offre numerose varianti utilizzando appellativi diversi. Qui da noi è possibile gustarle in due versioni: quella fritta e al forno nata, forse, dall’esigenza di farle risultare più leggere. Dunque per il 19 marzo prepariamoci a vederle ovunque sin dallo scattare delle prime ore, pronte per essere gustate a colazione o, magari, come dessert, o ancora per merenda e per tutto il resto dei festeggiamenti. Un peccato di gola a cui non ci si può sottrarre, perché va assaggiata anche solo, come direbbe qualcuno, per “augurio”. Perciò per un po’ dimentichiamo la dieta ed accingiamoci ad onorare un’altra perla del nostro patrimonio culinario. Auguri a tutti i papà!