Korallion

“Queste gesta solo le muse eliconie esperte potrebbero rievocare nel canto, un uomo mortale, vivente, non saprebbe narrare i singoli casi”

Così si esprime il lirico greco Ibico (VI secolo a.C.) e apre il prologo di Korallion; infatti, non un uomo, ma una donna, la nostra autrice, novella musa, rievoca nella sua narrazione  avventure lontane nel tempo  e nello spazio ma eterne nei sentimenti.

Korallion, di Fiorella Franchini, Kairos edizioni, è, infatti, una storia che si perde nella notte dei tempi, nell’immaginario collettivo dei “si dice” e dei “si narra”.

In un contesto reso misterioso sia dall’ambientazione geografica, sia da quella storica, una notte cupa e tempestosa, col mare in burrasca, apre la scena.

Il luogo, avvolto dalla leggenda, ci trasporta in un’atmosfera fiabesca e magica, rarefatta e onirica. I campi ardenti, Cuma, l’Averno, la vegetazione incontaminata e fitta, i marosi, la vulcanica morfologia della terra scuote oltre gli alberi anche gli animi. Fabulazione e mito si fondono in un reciproco scambio nella terra di Partenope.  Il mito si fonde con la storia e la storia con il mito nelle terre del sud, in quella vasta area detta Megàle Ellàs.

Non Napoli, ma Partenope era allora denominata questa bella terra, dalla mitica sirena, all’origine della nostra città.

Korallion è un romanzo, o forse una fiaba, in cui eroi e divinità le cui tracce sembravano smarrite, prendono vita. Fiorella Franchini riesce a infondere alito vitale a un mondo, che sembrava dimenticato e che invece attraverso questa rievocazione e le ricostruzioni drammatiche riaffiora ab imo dalla profondità delle nostre coscienze dove sembrava obliato.

In realtà, la finzione letteraria,  si apre con due naufragi, ben due navi la nave greca Kore e la nave etrusca Thana a causa dell’ira di Poseidone, s’infrangono sugli scogli delle coste campane, nel golfo anticamente denominato da Strabone “crater”. I sopravvissuti dell’una e dell’altra si troveranno a vivere una serie di avventure, entrando in conflitto con bellicose e fiere popolazioni locali. Un colpo di scena è il furto sacrilego delle spoglie della sirena Partenope, protettrice della città. Chi sarà stato? Il principe etrusco Rasna sfida nemici e affronta mille difficoltà per riportare l’urna di Parthenope nella città. L’avidità, la sete di potere, il denaro, gelosia, invidia, regolano i rapporti fra gli umani, allora come oggi non era facile vivere e destreggiarsi nella giungla dei sentimenti  fra mille desideri contrastanti.

Leucosia, la fanciulla dotata di voce melodiosa, salverà il principe Rasna da morte sicura. E l’urna sacra? Le spoglie della sirena? L’amore, immancabile protagonista delle vicende umane, s’intreccia con l’avventura bellica, eros sconvolge i cuori e le menti, mescola le carte in un gioco che conduce la tenera Leucosia a vivere grandi drammi.

L’autrice descrive con maestria luoghi e persone, creando squarci paesaggistici di grande impatto visivo e penetrando nell’animo dei suoi eroi attraverso analisi introspettive efficaci . Armi e sangue, ferocia e morte, ma anche sentimenti delicati, amore sincero, fedeltà ai valori si accavallano, s’inseguono, s’intrecciano fino alle scelte estreme, alla rinuncia, alla morte.  Si delineano figure, personaggi, caratteri attraverso la vis di un’ars narrandi che non conosce pause, tiene desta l’attenzione del lettore alternando a momenti descrittivi, la vivacità del discorso diretto e del dialogo.

Korallion restituisce linfa vitale a un mondo che non è solo evocato come in un sogno ma concretizzato in una trama ricca di sussurri, di grida, di sentimenti .

Una lettura piacevole di 24 brevi capitoli, un prologo e un epilogo e che non si può non fare.

 


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