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Intervista a Gianni Lettieri: “Al di là dei partiti e degli schieramenti, per riscattare la mia città

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20140718_lettieri“Gianni Lettieri è ciò che in America chiamerebbero un self-made man. Un uomo che si è fatto da solo”. Dalla prefazione del suo libro L’imprenditore scugnizzo. Ha ottenuto successi senza riceverli in eredità. È riuscito a salvare l’ultimo pezzo di Alitalia dal fallimento. Conserva, come tutti i grandi, coraggio e umiltà e ci concede un’intervista a noi de “Il giornale di Casoria”.
Si legge sui quotidiani di una sua ricandidatura nel 2016.
Io amo la mia città, Napoli è arte, cultura, bellezza, ma da tempo è vittima di un immobilismo amministrativo che ha generato degrado, insicurezza e invivibilità diffusa. Io non mi rassegno a questo declino e sono in campo, al di là dei partiti e degli schieramenti, unicamente per riscattare la mia città. Faccio un mestiere che amo, l’industriale, ci rinuncio solo per la mia città. Cinque anni da dedicarle in maniera totalitaria. Non mi interessa la politica non ho fatto il parlamentare o l’europarlamentare, non ho voluto incarichi di partito, non è il mio lavoro. Per raggiungere l’obiettivo ho una serie di associazioni e movimenti civici che mi seguono e mi supportano da anni. Insieme stiamo ascoltando la città, raccogliendo istanze e proposte, scrivendo il programma e identificando le migliori energie da mettere al servizio di Napoli. Il nostro progetto è aperto al confronto con tutte le forze positive che amano la città. E’ il momento di mettere da parte steccati ideologici e distinguo e unirsi per salvare Napoli. Non possiamo permetterci di sprecare altri cinque anni consegnando il territorio a chi ha aumentato le tasse al massimo, azzerato i servizi, reso sempre più isolate le periferie, messo in ginocchio il welfare e lasciato la città in mano alla criminalità organizzata.
Quali sono i problemi strutturali di Napoli di cui lei saprebbe occuparsi?
Io non mi arrendo, non voglio che i napoletani si rassegnino a vivere bloccati in un purgatorio: tra i rifiuti ancora per le strade, i clan che sparano tra la gente per il controllo delle aree della città, le proteste dei disoccupati ed un trasporto pubblico obsoleto e inadeguato per un’area metropolitana come dovrebbe essere Napoli. Io guiderò la città come se fosse un’azienda con grandi capacità, ma che è stata portata quasi al fallimento, a causa di cattivi amministratori. Bisogna organizzare Asia come un orologio svizzero, trovare i fondi per avviare la differenziata porta a porta in tutta l’area metropolitana, dare ai turisti e soprattutto ai partenopei bus, funicolari e metropolitane paragonabili al sistema europeo, aprire ai privati per colmare la mancanza di risorse pubbliche e soprattutto avere persone preparate al Palazzo San Giacomo, che siamo in grado di sfruttare i fondi UE e non perderli come è stato fatto fino ad ora. Un perfetto funzionamento di legalità e civiltà per tutta l’area metropolitana. Non dimentichiamo che oltre a Napoli, dobbiamo preoccuparci di 90 comuni. Ci sarà da lavorare, ma non mi spaventa affatto.
Promuoverà iniziative imprenditoriali per i giovani?
Quattro miliardi di euro sono già disponibili tra fondi pubblici e privati per investire e creare posti di lavoro. Togliere ragazzi alla camorra è possibile. Bisogna credere nei giovani, premiare i più meritevoli e dare loro la possibilità di scendere in campo investire nella propria città anziché andare all’estero. L’idea di base sarà quella di creare un microcredito per chi ha buone idee ma non può realizzare i propri progetti.
Potrebbe elencarmi i principi che l’hanno sempre orientata nella vita.
Determinazione e lavoro duro sempre, poi la famiglia e i principi sani aiutare il prossimo sempre.  Per ottenere risultati devi rinunciare a tante cose. Io posso dire di essere stato fortunato perché ho al mio fianco sempre mia moglie Maria, e soprattutto mi hanno sempre guidato i valori che mi hanno trasmesso i miei genitori, persone generose e grandi lavoratori.