È passato poco più di un anno da quando Susanna Moccia, imprenditrice di successo, è approdata alla guida del Gruppo Giovani Imprenditori dell’Unione degli Industriali di Napoli. Tante le iniziative messe in campo durante la prima fase del mandato, mesi durante i quali la giovane manager ha conciliato il percorso istituzionale, il lavoro presso l’azienda di famiglia, la Fabbrica della pasta di Gragnano, e la vita privata. Il suo segreto è “lavorare giorno dopo giorno senza fermarsi”, spiega.
Il Gruppo Giovani, sotto la sua Presidenza, ha raggiunto importanti traguardi. Cosa la rende più orgogliosa?
Il Gruppo Giovani è stato molto attivo su tanti fronti. A partire dalle iniziative per la tutela del Made in, una risorsa preziosa per il territorio purtroppo indebolita da fenomeni come la contraffazione e, soprattutto, l’Italiansounding che costa all’intero Paese, per il solo comparto alimentare, circa 60 miliardi di euro. Per favorire la conoscenza di queste risorse, nel corso di quest’anno, abbiamo realizzato i “direttivi itineranti”, incontri presso le aziende associate per avvicinare il nostro Gruppo alle esigenze del territorio. Un’iniziativa replicata in Lombardia, in occasione della missione di 55 imprenditori campani all’Expo. Numerosi i confronti con i Giovani Imprenditori di Assolombarda e dell’Ance che sfoceranno presto in accordi di collaborazione per valorizzare le produzioni locali.
La sua presidenza si è da subito caratterizzata per il forte impegno sul sociale. Quali sono i passi avanti?
Abbiamo promosso due feste di beneficenza: il Gran Gala di Natale 2014 e la prima Festa d’Estate. La prima è stata organizzata a sostegno di Unitalsi Napoli e la seconda a favore di Nest, polo culturale della periferia degradata di Napoli Est. Inoltre, il Gruppo napoletano ha ‘sposato’ il progetto Miur “Adotta una Scuola per l’Expo 2015”, con cui 15 studenti di Scampia hanno partecipato gratuitamente alla manifestazione milanese.
Tali attività si intrecciano con le iniziative in campo per la formazione.
Si, tra queste c’è “Impresa tra i banchi”: un ciclo di incontri presso le scuole napoletane a cui hanno partecipato nomi illustri dello spettacolo e del calcio. In questa direzione anche il progetto “ChallengingEducation”, in collaborazione con l’Università Federico II e che ha visto giovani universitari misurarsi con reali problematiche di organizzazione aziendale. Un’importante iniziativa è stata, inoltre, “Leadership 2015, istruzioni per l’uso”.
Sul fronte startup?
Un tema fondamentale al quale mi dedico con grande passione. Abbiamo registrato la seconda adozione nell’ambito del progetto nazionale AdottUp, un risultato straordinario. Si tratta della startup innovativa Bluesquare che ha ‘conquistato’ l’azienda del settore moda Push. Inoltre, abbiamo elaborato un bilancio del progetto promosso in collaborazione con la Farnesina e con l’Università Federico II, ItalianScouts in Silicon Valley, che ha coinvolto 21 startup napoletane.
Quali sono i progetti per il futuro?
Ci prepariamo a realizzare una nuova edizione di ItalianScouts in Silicon Valley che porterà tre ricercatori della Federico II negli USA entro la fine del 2015 e siamo pronti ad estendere l’iniziativa anche ad altri Paesi. Spingeremo sull’internazionalizzazione, sia con missioni all’esteroche di incoming, per conoscere realtà vicine alla nostra e generare opportunità di business. Come già fatto durante quest’anno, inoltre, continueremo a favorire il confronto con altre giovani associazioni di categoria e con il tavolo interprofessionale “Giovani EleMenti”.
Lei è un’imprenditrice di successo, ma è anche una donna, una moglie, una madre. Cosa consiglierebbe ad una giovane che vuole avviare un’attività imprenditoriale?
Di avere tenacia e portare avanti idee e progetti lavorando sodo. Realizzarsi nel lavoro e al contempo avere una vita familiare soddisfacente spesso è una vera e propria sfida. Soprattutto in Italia, che è agli ultimi posti in Europa per quanto riguarda l’impiego femminile. Ma non bisogna arrendersi perché il ruolo della donna cresce nei posti che contano, nella gestione di grandi aziende, e il perché è presto detto: sono pragmatiche, razionali ma sanno metterci il cuore, hanno una naturale predisposizione al sacrificio e diciamola tutta: sono più brave.
Registrati
Benvenuto! Accedi al tuo account
Forgot your password? Get help
Privacy Policy
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.