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In festa per la serva di Dio Maria Pia Brando.

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di Margherita De Rosa – Il cognome “Brando” è associato, per quanti vivono nel territorio casoriano, a santa Cristina, fondatrice della Congregazione delle Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato e sono pochi coloro che sono al corrente del fatto che Adelaide Brando, cioè Maria Cristina, aveva un sorella, anch’ella consacrata nello spirito francescano e fondatrice dell’Istituto Sacro Cuore di Mugnano. Animata da un profondo amore per il Cuore di Gesù e desiderosa di render tangibile questo nobile sentimento, ella si dedicò ai più derelitti e fu per i mugnanesi una fonte inesauribile di bontà e di accoglienza. Il 27 u.s. nei pressi del Santuario del Sacro Cuore di Mugnano, nel giardino sito affianco al Tempio, si è svolta una solenne concelebrazione, presieduta dal Vescovo di Foggia-Bovino, S.E. Monsignor Vincenzo Pelvi; il saluto iniziale è stato a lui rivolto dal postulatore dalla causa di beatificazione di suor Maria Pia Brando, il rev.mo Padre Antonio Paone, che ha, nel contempo, presentato anche la figura della futura Venerabile: «A nome della Madre generale, suor Carla Di Meo, porgo il mio grato benvenuto a S.E., che ha voluto condividere con noi questo momento di memoria e di preghiera. Maria Pia Brando giunse il 4 agosto del 1881 in questa terra allo scopo di creare un luogo in cui Gesù potesse riposarsi dalle offese subite; Mugnano si trasformò in un’oasi di penitenza continua e in una sorgente di amore per i sofferenti, gli abbandonati, i poveri. Madre Pia fu ovunque ambasciatrice di Dio: nelle strade, di giorno, in nome di Cristo, elemosinava per i meno abbienti, ai cui bisogni elle sovveniva; durante la notte pregava per coloro che la Provvidenza le aveva affidato. Non ebbe una lunga vita, suor Maria pia Brando, ma gli insegnamenti da lei lasciati in eredità alle sue figlie spirituali e al popolo continuarono e parlare di lei e a far sì che tanti la imitassero. Tanti poi   segni che già in vita annunciavano la sua santità e, per tale motivo, il 27 giugno scorso si è dato inizio alla causa di beatificazione; lei, Eccellenza, fu presente e seguì da vicino le vicende che portarono alla canonizzazione di santa Cristina Brando, all’epoca in qualità di Vescovo Ausiliare, e La ringraziamo  per essersi adoperato con tanto zelo; ora Le auguriamo che il Sacro Cuore di Gesù effonda su di Lei ogni grazia, perché sia, ancora una volta, qui tra noi, in questo percorso che dovrà vedere assurgere all’onore degli altari, suor Maria Pia Brando». Commossa, S.E. ha ringraziato a sua volta, non nascondendo la propria emozione e, prima di presentare le riflessioni relative all’evento, ha ringraziato la Madre Generale, le consacrate, ricordando con affetto Madre Gemma Imperatore, che per trent’anni ha guidato la congregazione e di cui ne è oggi degna erede Madre Carla Di Meo; Madre Gemma, ha sottolineato il Presule, ancora fa avvertire la sua presenza, alimentando nuova santità. Ha poi salutato il postulatore, don Antonio Paone; poi, S.E. ha ricordato che egli è lontano dalle nostre terre dal 2005, cioè da ben 17 anni e questo ritorno, quindi, lo ha emozionato e commosso non poco. Ha poi, com’è nel suo stile, riconosciuto di conoscere superficialmente la figura di madre Maria Pia ma la sua gioia è grande allorché si tratta di imparare e di imparare “la santità”. «Fondatrice delle francescane del Sacro Cuore, Maria Pia fu portatrice del carisma del Santo Poverello, a cui si affiancò l’apostolato del Sacro Cuore: ecco, il cuore di Gesù è la sede dell’umanità e dell’eternità; Gesù porta ciascuno di noi nel suo cuore e il cuore è simbolo di quanto ci sia di più bello: l’amore, perché tutto ciò che si fa col cuore, si fa con amore. Questo sentimento, che ben conobbe Maria Pia, fu esigente, severo, ma anche soave. Ella si crocifisse più volte, soprattutto quando sperimentò la paura e la disperazione, patrimonio comune di ogni croce umana, ma che lei sapeva bene come allontanare: rifugiandosi nel cuore squarciato d’amore di Nostro Signore: ed è questo quanto suor Maria Pia i invita a fare nella sofferenza, nel dolore, che spesso ci inducono ad allontanarci da Cristo; invece, sull’esempio della consacrata, sono proprio quelli i momenti in cui maggiormente dobbiamo cercare Dio e far sì che egli ci conforti; nei giorni bui in cui beviamo il calice amaro del dolore, siamo sicuri di essere in possesso della certezza del Paradiso. La sofferenza dunque è una crocefissione salvifica; esiste poi un altro tipo di crocefissione, che è quella che ciascuno subisce ogni volta che ascolta consiglieri che svalutano lo spirito, spianando la strada della perdizione. Vi è infine un terzo tipo di crocefissione che si produce allorché, diventati aridi, ci trasformiamo in terreno fecondo per il demonio, che ci convince che quanto fatto da noi è bene, mentre invece, per il suo tramite, non può che essere votato al male, edificio della nostra dannazione; tuttavia anche questa sofferenza può riportarci a riscoprire quel Cuore di Gesù, il sui amore è esigente, totalizzante, ma soave, come ho già detto, consolatore, salvifico. Per Maria pia furono fondamentali tre tipi di amore: verso il prossimo, verso Dio e verso sé stessi e ciò fece di lei una consacrata caratterizzata dalla letizia; affidava le sue giornate a Gesù, il cui cuore è ricettacolo di misericordia. Ricordiamo: l’amore di Cristo libera e in questa libertà Maria Pia accoglieva tutti; le sue opere buone erano ispirate alla prudenza, alla giustizia; ella sapeva riconoscere la fragilità della vita ed era consapevole che qualsiasi dono giungesse dall’Alto. L’opera di madre Pia e della misericordia si realizzarono, e per amore oggi noi consacrati siamo qui. In un tempo in cui il culto del Sacro Cuore è silente, ecco che noi lo riproponiamo, testimoniando l’amore del suo cuore, perché la chiesa di domani è testimonianza evangelica e quindi è da recuperare qual parlarsi cuore a cuore, sull’esempio di Madre Pia: come lei, prendiamo atto che Cristo è il centro di tutto, vita e morte sono in Lui. Al Sacro Cuore affidiamo ogni cosa, con l’auspicio che questa città diventi la città del cuore di Gesù: che i Santi ci aiutino in questo, che Maria ci sostenga affinché, sempre più, diventiamo puri di cuore, così come Cristo ci vuole e scopo per cui tanto si adoperò suor Maria Pia Brando». Madre Pia Brando, col suo grande cuore, ad imitazione di Cristo, quotidianamente, come faceva in vita, oggi  accoglie presso la sua tomba richieste di preghiere che sono state presentate all’altare dal postulatore: in un tempo di grande solitudine e sofferenza, Madre Pia brillerà, da oggi, per tutti, come luce di speranza, lei che sosteneva poveri e malati, con i fatti e la preghiera, non lascerà inascoltate le richieste di quanti implorano grazie e il suo nome sarà così annoverato tra i Santi, perché i santi sono coloro che amano o muoiono d’amore, come diceva san Ludovico da Casoria, unito a Madre Maria Pia dallo Straordinario carisma francescano. Che sia breve il tempo dell’attesa, che siano tanti i miracoli che Dio vorrà concedere per intercessione della Serva di Dio, perché in questa umanità si rigeneri la speranza, fiore sempre più appassito dalla crudeltà dell’uomo, vittima delle insidie seducenti del male.