In cammino con santa Cristina Brando

di Margherita De Rosa – Tre splendidi giorni di preghiera e musica hanno preceduto la ricorrenza liturgica di Santa Cristina Brando del 20 gennaio u.s., infatti le giornate del triduo (17-19) sono state contrassegnate da diverse attività, che hanno coinvolto alunni dell’Istituto, consacrate, adoratori laici e, chiaramente, tantissimi fedeli.  Nella prima giornata, si è svolta una solenne concelebrazione, presieduta dal Postulatore Generale delle Suore Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato, che ha ampiamente illustrato la figura e il carisma dell’Innamorata dell’Eucarestia, sottolineando l’attualità del messaggio che la Santa continua a proporre alle sue Figlie Spirituali, così come a tutti noi: porre Cristo immolato al centro della propria fede, così che l’Adorazione al Santissimo sia per tutti un momento dal quale attingere forza per testimoniare l’appartenenza a Cristo lungo le vie della mondo. La seconda giornata del triduo è stata contrassegnata da un  momento emozionante che ha suggellato la Santa Messa, celebrata nella Pontificia Basilica di San Mauro dal Preposito curato, padre Mauro Zurro: infatti, la benedizione è stata impartita ai fedeli dalla cappella del Crocifisso, dopo che è stata scoperta una delicatissima statua di Santa Cristina, la cui realizzazione è stata conseguenziale ad un’idea che ha accomunato sia il Preposito che la Madre Generale della Congregazione delle VEGS, Madre Carla Di Meo. Il Preposito, nel corso della sua omelia, ha ripreso quanto affermato dall’Arcivescovo di Napoli, S.E. Monsignor Domenico Battaglia, in occasione della ricorrenza della festa di san Mauro, invitando tutti, ad essere buoni Cristiani e, anche sull’esempio di Santa Cristina, ad uscire fuori dalle mura del tempio per diventare chiesa in cammino, chiesa che va incontro alle necessità del prossimo.  Il giorno 19 ha avuto come protagonista la musica, grazie al bellissimo concerto intitolato “Sulle note della santità”, evento di cui sono stati ‘interpreti’ alunni, suore e adoratori laici, preparati dal maestro Michele Polese e da una preoccupatissima suor Adriana, alla sua prima esperienza nelle vesti di “direttrice”; l’impegno di tutti è stato evidente e l’armonia del canto ha dominato sovrano, grazie anche all’accompagnamento al piano del giovane e talentuoso maestro Nicola Polese. Ciliegina sulla torta, le diverse “Ave Maria” e qualche intramontabile brano di Ennio Moricone, interpretati dal bravissimo soprano Chiara Polese, che, con la sua potente e modulata voce è riuscita a far sì che ogni cuore vibrasse di commozione. A concerto ultimato vi è poi stata l’Adorazione al Santissimo, guidata dal Diacono Ludovico Silvestri, che si è soffermato sulla figura di Santa Maria Cristina ma anche sulla necessità di essere cristiani d’azione e non di facciata. Dalle 21 alle 24 la chiesa del SS. Sacramento è rimasta aperta perché l’adorazione continuasse in attesa del solenne giorno, scandito, fin dal mattino, dalla Santa Messa e da un susseguirsi di turni di Adorazione, durante i quali agli alunni si sono alternati gli Adoratori Laici, fino a giungere alla solenne concelebrazione delle 18.30, presieduta dal Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Napoli, S. E. Michele Autuoro. Molti i sacerdoti presenti, tra cui il Preposito curato della Pontificia Basilica di san Mauro, padre Mauro Zurro, Mons. Don Sossio Rossi, padre Carmine Caponetto, padre Antonio Salvatore Paone, padre Pasquale Fioretti, padre Nicola Casolaro, padre Danilo Araimo; nel saluto iniziale, don Antonio Paone ha ringraziato il Vescovo Ausiliare per il dono della sua presenza, ricordando l’eredità che Santa Maria Cristina lasciò alle sue figlie spirituali, quale quello dell’espiazione; egli ha inoltre sottolineato che il carisma della Santa è un carisma sacerdotale, perché il sacerdote è colui che rivive l’Eucarestia. Dopo aver ringraziato il sindaco, l’avv. Raffaele Bene, quale autorità partecipe dell’evento, Don Antonio ha augurato a tutti di trarre nutrimento spirituale dall’Eucarestia e di sentirsi sempre uniti ad Essa. Il Vescovo ha palesato la sua gioia nell’esserci, manifestando la personale ammirazione per una Santa che ha definito: “un faro che risplende ancora luminoso, dopo tanto tempo, rendendo visibile la presenza di Dio, che guida il suo popolo alla salvezza”. Nell’omelia, poi, il Presule ha così parlato: “A pochi giorni dalla ricorrenza della festa del Santo protettore di Casoria, San Mauro, oggi celebriamo un’altra Santa, non casoriana, ma che è approdata in questa terra benedetta, in questa che è città dei Santi e che ha incontrato l’allora padre Ludovico e, dopo tanto peregrinare, è in questo territorio che ella ha creato la sua congregazione. Ed è questo un onore per Casoria, ma anche per la chiesa diocesana e per la chiesa universale, poiché chi è proclamato Santo appartiene a tutta la Chiesa. A distanza di più di un secolo, cosa dice santa Cristina? Alla gente, alla città, ai sacerdoti ricorda che abbiamo la comune vocazione di battezzati, che è quella alla santità; qualunque professione o ruolo si svolga, noi tutti siamo in cammino per la santità…I Santi di Casoria ci ricordano che tale vocazione si realizza per il tramite di una vita vissuta secondo il Vangelo; essi ci dicono che nulla ostacola questo cammino, né esiste un’epoca che possa deviarne il percorso: ogni epoca ha avuto i suoi Santi. Qualcuno potrebbe obiettare che Maria Cristina era stata facilitata in questo cammino poiché monaca, ma non è così…il Concilio Vaticano II ci ha chiarito che si può essere Santi nel matrimonio, nel lavoro, in pratica, ovunque, purché si testimonino sempre le tre virtù teologali: fede, speranza e carità. Basti pensare, oggi, al Beato giudice Livatino, la cui camicia intrisa di sangue è simbolo del suo sacrificio estremo, appunto, della sua santità; neppure l’età è un limite a tale obiettivo, poiché non è mai tardi per vivere secondo il Vangelo. Santa Cristina poi ci indica l’Eucarestia, come percorso preferenziale per giungere al traguardo in parola, facendo sue le parole di san Giovanni Battista: Ecco l’Agnello di Dio, ecco Colui che dovete amare e seguire …Bisogna conoscere e amare Gesù perché si possa essere in grado di far sì che altri lo amino. Ma noi facciamo tutto ciò? Siamo dei buoni evangelizzatori? Santa Cristina ci ricorda che Cristo è un bene prezioso, la fede in Lui arricchisce l’uomo, lo innalza, gli dà pienezza di vita. Chi segue Gesù? Appunto, chi vive il Vangelo, in una scelta libera e incondizionata, poiché il Signore non ci incatena, non ci priva di dignità, anzi: dove giunge il Vangelo, giunge la liberazione dell’uomo, il trionfo della sua dignità. Non è un caso che papa Francesco ci inviti a vivere in uno stato permanente di missione: tutto il mondo è chiamato a ciò…Ritornando a santa Cristina, è necessario recuperare il valore dell’Eucarestia: sappiamo che la partecipazione a tale mistero oggi è scarsissima, ma dobbiamo renderci conto, nuovamente, che la Domenica è la sorgente della nostra identità di cristiani. L’adorazione al Santissimo poi ci consente di fermarci a parlare ‘cuore a cuore’ con l’Altissimo e, nel silenzio, ascoltare le parole che il Maestro vorrà dirci. Oggi pare che non ci sia tempo per nulla: ognuno è mosso dalla fretta, anche noi consacrati lo siamo, ma se non sostiamo in adorazione, perdiamo la rotta della nostra esistenza, che invece non va smarrita se si rimane uniti a Cristo nell’Eucarestia, unità da cui scaturisce l’unione con tutto il nostro prossimo; ricordiamoci pertanto che chi sostiene di amare Dio e non ama, nei fatti, i fratelli, è ‘fuori’, poiché dire sì al Corpo di Cristo significa dire sì ai nostri fratelli, membra del corpo mistico di Cristo stesso…santa Cristina poi amò il termine ‘vittima’, che per molti assume una connotazione negativa, ma l’Innamorata dell’Eucarestia intendeva sottolineare l’importanza dell’offrire se stessi, nel segno della fede e quale forma eccelsa di spiritualità”. Prima della fine della celebrazione, i sacerdoti si sono poi portati nella cappella dove sono riposte le spoglie mortali della Santa e qui hanno letto la preghiera di intercessione, affinché Dio doni al mondo la pace, all’uomo il lavoro, ai giovani un futuro pianificabile, agli ammalati la consolazione. Il Vescovo ha ancora ringraziato Madre Carla Di Meo per il dono del pastorale, offertogli per l ‘occasione; infine, ha impartito una particolare benedizione per le opere che le VEGS  realizzano in terre lontane, laddove fanno sì che il carisma di Santa Cristina metta radici e fruttifichi, unendo preghiera e azione concreta di sostegno alle popolazioni più bisognose. E così, in un tripudio di fuochi d’artificio, nonostante l’inclemenza del tempo, anche quest’anno consacrate e fedeli hanno potuto esprimere la loro riconoscenza a Santa Cristina, alla quale hanno affidato le loro speranze, mentre lei tergerà, come faceva in vita, tante lacrime….


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