Posta sulla collina di S. Elmo, accanto all’omonimo castello, è possibile ammirare la splendida Certosa di San Martino, complesso monumentale formato da chiesa, chiostri, sale conventuali, passaggio panoramico, e di un museo simbolo delle arti della storia meridionale. La costruzione iniziò nel 1325 per volere di Carlo, duca di Calabria, figlio del sovrano Roberto D’Angiò. Fu consacrata in seguito, nel 1368, e fu dedicata a San Martino, a San Bruno, alla Vergine e a tutti santi. Fu realizzata secondo il modello dell’ordine certosino, uno degli ordini più rigorosi della chiesa cattolica basato sulla solitudine e sulla contemplazione e fondato nei primi anni dell’anno Mille da San Bruno, in Francia, patria dell’arte gotica. Il gotico è una fase della storia dell’arte occidentale che inizia verso la fine del XII secolo in Francia settentrionale e che si diffonderà poi in Europa portando grandi sviluppi in tutte le arti, ma in particolar modo nell’architettura ecclesiastica. Si abbandoneranno infatti le spesse pareti del romanico per dar posto a pareti dall’elevato slancio verticale sostenute da elementi esterni (archi rampanti e pinnacoli) e pilastri dando la possibilità di realizzare splendide vetrate e strutture altissime che simbolicamente rappresentavano la vicinanza al mondo di Dio. Il gotico è arrivato a Napoli con la corte angioina la quale portò con sé numerosi architetti francesi. Si può dire che Napoli può essere considerata la città italiana col gotico francese più puro anche se rimangono pochi elementi che con l’avanzare dei secoli sono stati rimaneggiati in base agli stili e ai gusti delle casate successive. Un elemento tipico del gotico francese è riscontrabile ad esempio nella chiesa di San Lorenzo nel centro antico, ossia l’abside centrale col deambulatorio. Ma dal 24 gennaio 2015 è possibile visitare un altro luogo tipicamente gotico e mai trasformato: si tratta dei sotterranei della certosa di San Martino, per l’appunto, gotici. Rappresentano una grande opera di ingegneria e sono costituiti da alte volte ogivali con successione di pilastri che reggono la struttura sopraelevata della certosa, la cui veste “esterna” è dovuta a grandi interventi tra la fine del Cinquecento e il Seicento, prima di Giovanni Antonio Dosio e poi di Cosimo Fanzago. I sotterranei sono stati messi in sicurezza e attraverso slarghi e corridoi sono state posizionate circa 150 opere in marmo della Sezione di sculture ed epigrafi in ordine cronologico dal Medioevo al XVIII secolo. I sotterranei sono visitabili ad oggi ogni sabato e domenica alle 11:30 con prenotazione obbligatoria al prezzo di 6 euro.