Lavinia Petti è una giovanissima scrittrice napoletana che sta emergendo in questi mesi con il suo primo romanzo “Il ladro di nebbia”. Ella lo definisce come un’opera più “fantastica” che fantasy. Il libro infatti parte dalla sua più grande passione, ossia inventare e raccontare storie, passione coltivata sin dall’infanzia e stimolata durante il periodo scolastico. La giovane autrice, che ha vinto il primo concorso di scrittura a soli 13 anni, ci ha spiegato come questo lavoro sia più un frutto di storie raccontate a ritroso che un progetto ben definito dall’inizio: inventare storie per lei significa partire da un evento e viaggiare all’indietro ricercando nella propria fantasia tutti i fatti avvenuti. Lo stesso protagonista del libro dovrà svolgere questo viaggio alla ricerca di un qualcosa che si comprenderà solo alla fine. Il pubblico a cui ella dedica questo testo è variegato e multiforme: chiunque può leggerlo, quindi a sua volta, chiunque potrà dare un’interpretazione differente. Un’altra novità è lo sfondo non sempre percepibile del testo: la città di Napoli, città storica che fa da sfondo ad una storia “fantastica”. Ha “creato” più che scritto, ha “sognato” più che realizzato, in una città che si presta benissimo a “storie e racconti”. Non è un caso che uno dei romanzi che più l’ha ispirata nella sua vita sia “La storia infinita” di Michael Ende. Poche domande poste all’autrice a cui ella ha risposto con sicurezza e ardore: spera di dare uno stimolo a inseguire i propri sogni e vocazioni e consiglia di diventare “da grande” quello che si è da piccoli.
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