Grillo all’attacco contro Governo e Ue. Ma il M5S non è un autentico spazio democratico.

Grillo_festa__M5sDalla festa del Movimento Cinque Stelle al Circo Massimo, Beppe Grillo fissa alcuni punti della linea politica da seguire: referendum per uscire dall’Euro e per il reddito di cittadinanza; lotta politica al Jobs Act, che secondo il leader del Movimento “creerà milioni di nuovi schiavi”. Il M5S, pertanto, attraverso le parole del suo leader, continua a contrapporsi in maniera sempre più forte e convinta al premier Renzi e al suo governo, nonché alle politiche di austerity dettate dall’Unione Europea.
Eppure, osservando con maggior attenzione lo svolgimento delle radunate grilline, viene spontaneo chiedersi “Dov’è il dibattito? Dov’è la discussione politica? Dov’è il confronto?”. Non pare esserci una risposta, semplicemente per il fatto che queste modalità, segno di un minimo di democrazia, non sono mai andate molto di moda in casa grillina. Tutto ruota – e continua a ruotare – intorno al capo carismatico del movimento, pronto a cogliere qualsiasi occasione per consolidare l’appoggio popolare attraverso il plebiscito. L’originalità del M5S è rafforzata sempre dalle parole di Grillo: “Il Dna del Movimento Cinque Stelle non è essere istituzione. Dobbiamo fare meno mozioni in Parlamento e andare di più tra la gente, perché in Parlamento ci sono solo nominati come Renzi. Il Parlamento è una dimensione che non ci appartiene. Ai ragazzi ho detto: da domani uscite e fate in piazza quello che fate in Parlamento. Verrò anch’io. E lo faremo, perché hanno votato tutti a favore.
C’è poi chi ritiene che il M5S abbia intrapreso da qualche tempo una strada diversa, quella del cambiamento. Un percorso di cambiamento che, secondo alcuni, sarebbe iniziato con il declino del potere d’influenza di Gianroberto Casaleggio. In questo discorso si inserisce il confronto, basato su idee diverse, tra due personalità di spicco del movimento, Luigi di Maio, aperto alle posizioni dell’ala di centro-destra del Movimento, e Federico Pizzarotti, ritenuto più di sinistra. Tuttavia, ammesso anche il declino della figura di Casaleggio, in questi giorni Grillo pare abbia però confermato la propria forza carismatica, dimostrando come un cambiamento del genere al momento non sia affatto possibile. Come suo solito, infatti, Grillo non ha mancato di utilizzare gli eventi esterni per attaccare il governo e tutta la classe dirigente italiana. In questi giorni, l’evento “strumentalizzato” da Grillo è l’alluvione di Genova, con queste parole: “Faccio un appello, vado lunedì al casello di Genova e voglio che l’Esercito italiano arrivi prima di Renzi. L’esercito deve stare con gli italiani e dare una mano per un bene comune e mandare via questi cialtroni”. Non si è fatta attendere la risposta da parte di esponenti del governo: “Che il leader M5s strumentalizzi il disastro di Genova, non è una novità. Già in passato ha cavalcato altre tragedie naturali”. Ma la vera prova di forza di Grillo sta nel fatto che la folla si raduna intorno al palco quando è lui a prendere la parola. Terminato il suo intervento e passata la parola agli onorevoli grillini, la folla si dilegua tra gli stand. Ciò rende palese – ed è una triste verità – che la forza del M5S dipende inesorabilmente dalla forza di Grillo. Dietro di lui, il nulla.


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