Federica Taglialatela, Gioacchino Taglialatela, Anna De Simone, questi alcuni dei nomi delle diciasette vittime della strage che colpì il Rapido 904, il treno che il 23 dicembre 1984 più di 30 anni fa, diretto da Napoli a Milano, venne compromesso da una bomba messa da mani criminali e fasciste. Questo delicato tema del libro “Rapido 904, La strage dimentica” Graus Editore, scritto dalla giornalista Giuliana Covella è stato presentato alla stampa sabato 24 gennaio al lounge bar 249 di Arpino.
A trent’anni di distanza da quella tragedia ancora non si conoscono i mandanti politici di quel maledetto 23 dicembre. Il libro oltre che essere una commemorazione di quei morti, vuole essere un’attenta e scrupolosa analisi di tutti i numerosi aspetti oscuri, e mai chiariti dei fatti. Il racconto che alcuni superstiti fanno di quella strage, appare davvero struggente, la loro è una narrazione talmente lucida e ricca di particolari che riesce a portare il lettore indietro di trent’anni, catapultandolo in quella dannata galleria e facendogli rivivere quei tragici momenti di morte e di dolore, di sangue e di immane sofferenza.
“Un libro in memoria di una tragedia sociale- dichiara l’autrice Giuliana Covella – che ho voluto ricordare fortemente, in quanto non riesco a scrivere romanzi e storie d’amore, riesco a scrivere solo di denunce sociali, perché vorrei che il messaggio che abbiamo promosso stasera arrivi ai giovani, alla nuove generazioni, alle scuole. In giro c’è molto scetticismo, – ha continuato la Covella – ma io sono positiva e tutti noi dobbiamo esserlo; molti colpevoli adesso riposano nelle loro tombe, molti altri come ha detto qualcuno nel libro, siedono ancora in Parlamento, e noi ci auguriamo, perché vogliamo credere che viviamo in un paese civile e democratico, che giustizia venga fatta anche dopo trent’anni. Anche perché in questi giorni a Firenze è in corso un processo al Boss di Cosa Nostra, Totò Rina, che non è l’unico responsabile di tutto questo. Nell’ultima udienza, quella del 13 gennaio, ha visto testimoniare Giovanni Brusca, quindi il killer di Totò Riina che ha raccontato di aver ricevuto l’ordine dal boss di distruggere l’esplosivo della strage all’indomani, appunto, di quella tragedia”.
Ospite più atteso della serata è stato l’attore Giuseppe Zeno, reduce da diverse fortunate fiction sulle reti Mediaset, voce narrante dell’emozionante e realistico testo della Covella. L’incontro organizzato e voluto dal Lounge Bar 209, e dai comitati di quartiere Giotto e Santa Pazienza d’Arpino, si è tenuto presso la sala della suddetta struttura in Via Nazionale Delle Puglie, nel pieno della periferia Cittadella/Arpino.
Alla presentazione moderata dal giornalista Luigi Esposito sono intervenuti: Maria Saccardo, referente del presidio Libera Casoria / Afragola, Ferdinando Troise, direttore di Casoria2, Enza Napoletano, superstite della tragedia, Emanuele Tanzilli presidente del club Berlinguer locale, la Signora Antonella Leardi, testimone di Legalità e madre di Ciro Esposito, che tragicamente perse la vita durante un conflitto a fuoco durante la partita Roma-Napoli.