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Giornata mondiale dell’autismo. I social si colorano di azzurro

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2 aprileIl 2 aprile è il giorno che dal 2007 l’Onu ha istituito come Giornata mondiale di consapevolezza dell’autismo, un giorno di sensibilizzazione della popolazione mondiale nei confronti di una patologia che determina un ritardo nello sviluppo cognitivo nel bambino, ritardo che in modi diversi, influenzeranno l’adulto, uomo o donna, che diverrà. Malgrado tale intervento, in una società fortemente informatizzata come quella contemporanea, il termine autismo è ancora poco coinvolto nelle discussioni o nei programmi informativi, se non nei giorni che circondano date come il 2 aprile o il 30 marzo, giorno delle Giornata Nazionale delle persone con disabilità intellettiva in Italia, esempi lodevoli ma che ad ogni modo sono momenti isolati nei confronti di una problematica da definirsi sociale dati i numeri riscontrabili dagli studi effettuati. Si stima che in Italia le persone colpite da Sindrome dello Spettro Autistico possano essere 500.000, ma tale cifra è da considerarsi come la tara di un peso maggiore, in quanto non tiene conto degli affetti che circondano la persona autistica, come genitori ma anche fratelli e sorelle e non solo, componenti di una catena inscindibile, elementi di un circuito di assistenza nelle diverse forme necessarie. Al di là dell’ampia discussione ancora in corso sulle cause che siano origine del disturbo dello spettro autistico, l’accento è da porre sulle problematiche che coinvolgono le persone cui sia stato diagnosticato, fattori come evidenti difficoltà di comunicazione e tendenza all’isolamento e comportamenti stereotipati, sono elementi caratterizzanti del comportamento di questi sensibili componenti della comunità, che spesso per mancanza di cultura sociale, dovuta alla scarsa informazione, si ritrovano il più delle volte a non poter usufruire degli strumenti necessari per un’ integrazione sociale e lavorativa. La persona autistica ha l’opportunità di poter essere seguita da centri specializzati con terapie che vanno dalla logopedia, per la correzione di problematiche legate allo sviluppo del linguaggio, alla psicomotricità e attività che operino sulle difficoltà di concentrazione. La maggiore problematica delle famiglie è la mancanza di garanzie di intervento ed assistenza dal compimento dei 18 anni del familiare, difatti la lacuna legislativa lascia cadere in un limbo le persone colpite dal disturbo per le quali l’assistenza sanitaria nazionale non prevedeva interventi terapeutici alla maggiore età, ma dall’autismo non si guarisce, è una condizione in cui l’essere umano può ritrovarsi e che lo accompagna per tutta la vita, pertanto l’impegno delle numerose associazioni nazionali e locali hanno messo in moto una volontà politica di tutela dei soggetti deboli e delle famiglie. La strada non solo dell’integrazione ma dapprincipio della comprensione delle problematiche delle persone autistiche è ancora lunga, non si tratta di soggetti con anomalie fisiche ma con maggiore sensibilità, forse eccessiva per la velocità cui il mondo ci chiede di raggiungere le risposte che ci occorrono, ma il mondo è quello che per causa di forza maggiore viene composto da tutti i membri della società, a qualsiasi velocità proceda il loro modo di vivere. Una strada ancora lunga quella della piena integrazione, lastricata dall’ impegno di maestre per bambini e dagli operatori dei centri di riabilitazione per coloro di età maggiore, un strada non facile, ma basterebbe uscire almeno qualche volta dalle date istituzionali per la pronuncia del nome autismo, come per altre patologie di deficit intellettivo, per rendere consapevole la società dell’esistenza di questi cittadini e della responsabilità di doversene prendere cura.