Francesco Nicodemo (PD): “In Campania non vedo fuoriclasse e le primarie saranno il momento per stringere nuovamente quell’alleanza con i cittadini”

nicodemo resp nazionale del pdL’intervista della settimana è con Francesco Nicodemo, responsabile nazionale comunicazione del Partito Democratico, blogger, molto attivo sui social media, Facebook e Twitter.

Francesco come è cambiata la comunicazione del Partito Democratico in questi primi mesi di governo?

Il momento in cui la comunicazione del PD è cambiata sono state le primarie del 2013. Con la vittoria di Renzi ha prevalso un nuovo programma, un nuovo approccio alla politica e, inevitabilmente, un nuovo modo di comunicare. La leadership forte e riconosciuta di Matteo ha innescato un meccanismo di forte disintermediazione, ora il Segretario e Presidente del Consiglio spesso e volentieri comunica direttamente con gli elettori, con i cittadini. Contemporaneamente, d’altro canto, il PD ha trovato a sua volta un nuovo modello di comunicazione anche agli altri livelli. Da mesi, ormai, sperimentiamo con la PD Community (la rete di comunicatori ed influencer che si riconoscono nel Partito Democratico) una comunicazione innovativa, che va dai media tradizionali ai new media, capace di analizzare e spesso anticipare i temi caldi, risolvere le criticità, divulgare i contenuti della politica. Prima, se durante la giornata il partito veniva attaccato su una certa questione, bisognava aspettare il telegiornale delle 20 per ascoltare la reazione del segretario. Ora si interagisce in tempo reale, sia cercando di smontare alcune campagne costruite ad arte, sia portando ai livelli politici e decisionali le criticità che emergono. È una piccolissima rivoluzione che sta dando grandi frutti.

Qualcuno ti ha definito “l’apostolo” di Renzi, cosa ti lega a lui?

Non mi piace questa definizione, riporta ad una concezione messianica del leader che, invece, nel PD è completamente assente. Il grande consenso di Matteo, dentro e fuori il partito, non deriva dalla sua condizione, ma dal suo progetto. Matteo non è il proprietario del PD (e non sono molti i partiti, in Italia, a poter dire di non avere proprietari), Matteo ha convinto prima il PD e poi il Paese con la forza delle idee che porta avanti. Anche il mio rapporto con lui è politico, risale alla prima Leopolda, il momento in cui ha cominciato a concretizzarsi il programma che lo ha visto arrivare a Palazzo Chigi per cambiare l’Italia.

Tu fai parte di una squadra giovane, dell’azione rinnovatrice avviata dal Pd, in Campania però sopravvive ancora la vecchia classe dirigente. In che modo pensi possa essere avviato, anche qui, un processo di rinnovamento?

Il rinnovamento non arriva dall’alto. Certo, ci sono tempi in cui è più facile far comprendere a tutti il perché c’è bisogno di voltare pagina. La crisi, economica e politica, che viviamo da anni è sotto gli occhi di tutti e questo rappresenta un grosso problema, ma anche una enorme opportunità che sta a noi cogliere. Nel PD c’è una nuova classe dirigente pronta a fare il grande passo, lo dico dovunque vado. Ci sono parlamentari, sindaci, consiglieri che hanno idee e qualità, dobbiamo riuscire a trasformare tutto ciò in un programma per il riscatto della Campania e di Napoli. Nei prossimi due anni si voterà per la Regione e per le comunali, si vedrà se riusciremo ad uscire dalla spirale di sconfitte nella quale siamo precipitati, ormai, dal 2009.

Chi sarà il prossimo candidato alla presidenza della Regione Campania per il Pd? Ci saranno le primarie?

Le primarie sono nel DNA del PD. Questo non vuol dire che bisogna riproporle in maniera ottusa sempre e comunque. In Piemonte, ad esempio, la candidatura di un fuoriclasse come Chiamparino, il cui consenso è fuor di dubbio, rendeva inutile il passaggio delle primarie. In Campania la situazione è diversa, non vedo fuoriclasse e le primarie saranno il momento in cui poter stringere nuovamente, dopo tanti anni, quell’alleanza con i cittadini che è vitale per il Partito Democratico. In questo momento quello che sicuramente non dobbiamo fare è perseguire strategie bizzarre cercando alleanze spurie con pezzi di ceto politico che vanno da Nusco agli arancioni. I campani, giustamente, non capirebbero e ci punirebbero. Veniamo da anni di disastri combinati da Caldoro e dalla giunta di centrodestra. Il PD ha una responsabilità enorme ed al centro delle nostre preoccupazioni ci dev’essere questa terra, non i destini personali di qualcuno di noi. Il 26-27-28 settembre ci ritroveremo alla “Fonderia delle idee” a Bagnoli.


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