Lo scorso 24 dicembre nel Consiglio dei ministri prenatalizio il Governo ha approvato un decreto legislativo sui rapporti tra fisco e contribuente, in particolare sui reati fiscali che difatti depenalizza alcuni casi di evasione fiscale. Il decreto legislativo sui reati tributari prevede che la punibilità venga esclusa nel momento in cui il totale delle imposte sui redditi evasi non superi il 3% del reddito imponibile dichiarato oppure l’importo dell’Iva evasa non superi il 3% dell’Iva dichiarata. Queste previsioni normative potrebbero cancellare definitivamente e in modo clamoroso la condanna a 4 anni nel processo Mediaset a carico di Silvio Berlusconi, grazie alla retroattività delle norme penali più favorevoli – il cosiddetto favor rei previsto dall’art. 2 del Codice penale – e grazie al fatto che la sentenza Mediaset-Berlusconi raggiunge una percentuale dell’1,91%. Conseguenza di ciò sarebbe poi l’automatica cancellazione anche dell’interdizione dai pubblici uffici per l’ex Cavaliere. Gli effetti sarebbero tutti politici: Berlusconi potrebbe essere riabilitato alla vita politica attiva. In sostanza, potrebbe tornare ad essere “candidabile”. Per questi motivi, non sono mancate le proteste da parte di molti parlamentari ed esponenti politici, primi su tutti i grillini. Fortunatamente, pare che ora il tutto sia stato bloccato proprio da Matteo Renzi. Il presidente del Consiglio ha chiesto, infatti, agli uffici di non procedere, almeno per ora, alla formale trasmissione alla Camera del testo approvato in Consiglio dei Ministri dei decreti delegati sul fisco contenente appunto le norme considerate a favore di Berlusconi. Il testo, pertanto, dovrà tornare in Consiglio dei Ministri per essere rielaborato.
La domanda che si sono posti in tanti in questi giorni, alla luce di quel testo normativo, è stata: “A quale gioco stanno giocando Matteo Renzi e Silvio Berlusconi?”. Una domanda più che legittima, si direbbe. Guarda caso, mentre gli italiani sono impegnati nelle feste natalizie si fa un Consiglio dei ministri pronto a deliberare un testo così delicato e dagli incredibili effetti politici? Per di più poco prima delle dimissioni annunciate e confermate del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, previste per il mese di gennaio. Una mossa che, come detto, avrebbe riabilitato pienamente Silvio Berlusconi in politica. Sono arrivate tempestivamente, quindi, le smentite categoriche del governo e del premier, per il quale non è assolutamente vero che l’esecutivo da lui guidato farebbe leggi ad personam. Le uniche leggi che produce questo governo, a detta di Renzi, sono quelle che vanno nell’interesse della cittadinanza. E promette addirittura, per eliminare ogni dubbio su eventuali “inciuci”, di non ripresentare questa norma prima dell’elezione del Presidente della Repubblica, anzi fino a quando Berlusconi non avrà “scontato” tutto il periodo di interdizione dai pubblici uffici.
Il “giochetto” di Renzi e Berlsuconi, semmai fosse vera la sua inclusione nel patto del Nazarneo, non è riuscito, almeno per ora. All’ex Cavaliere non spetta altro che attendere la sentenza della Corte europea dei diritti umani di Strasburgo, a cui ha fatto appello dopo la sentenza definitiva della Corte di Cassazione.