Oggi ricorre la festa della liberazione: dal 1949 questa ricorrenza è entrata a far parte dei nostri calendari per ricordarci che oltre settant’anni fa, i nostri antenati ebbero la forza di ribellarsi al tiranno e ricacciare gli “stranieri” dalla loro terra.
La data del 25 aprile è stata presa soltanto come simbolo: in quel giorno infatti cominciò la prima ritirata dei tedeschi da Torino e Milano, ma perchè il Bel Paese ritornasse completamente “puro” ci volle ancora un pò di tempo.
L’entrata degli americani poi, il 1 maggio, diede una grande accelerata all’ormai irreversibile processo di liberazione.
Oggi l’Italia, nonostante sia considerata ormai libera, è ancora allo sbaraglio: ci si è sbarazzati per sempre dalla dittatura e da tutte le leggi che la compongono, inclusa la negazione della libertà in ogni sua forma, ma il potere resta nelle mani di pochi che detengono ricchezze di cui non lasciano beneficiare i cittadini bisognosi.
La nostra terra è libera eppure ancora sottoposta a un regime che non lascia spazio: i poveri restano tali e poco o nulla viene fatto per aiutarli, i ricchi fanno di tutto per accumulare altri beni, il tasso di disoccupazione resta alto soprattutto qui al sud, i sostegni al reddito spesso durano poco o, nonostante le necessità, non vengono erogati affatto.
Le leggi eludono le leggi: ognuna può affermare tutto il contrario di tutto e la giustizia spesso viene aggirata e non rispettata. Il Paese è libero, ma prigioniero di se stesso, come in passato e come forse lo sarà in futuro.
Ribellione? L’Italia “pizza e mandolino” ha poco spazio e tempo per questo: viene distratta dal campionato, dalle false promesse, dalle nuove uscite in televisione, dagli spettacoli e dimentica, o peggio, si rassegna alla propria condizione…